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Liguria, ENEA: dagli scarti della molluschicoltura nuovi “reef” per rigenerare il mare

Pubblicato il: 08/09/2023
Autore: Redazione GreenCity
Questa specifica attività si inserisce tra quelle svolte da ENEA nell’ambito di “Smart Bay S. Teresa” che persegue la conoscenza, la conservazione e l’utilizzo degli ecosistemi calcificanti, la valorizzazione degli scarti dell’acquacoltura e la realizzazione di interventi di rigenerazione dell’ambiente e delle aree portuali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
ENEA sta sviluppando dei prototipi di “reef” realizzati con scarti della molluschicoltura, come gusci di mitili e fibre naturali, per favorire il ripopolamento dell’ostrica piatta nel golfo della Spezia. Si tratta di un mollusco nativo dal grande potenziale filtratore, utile per la rigenerazione di ambienti marini e per altri servizi ecosistemici (regolazione del clima, supporto alla biodiversità, approvvigionamento di cibo), con conseguenti benefici culturali e socio-economici. L’attività è condotta dall’ENEA in collaborazione con la Cooperativa di Mitilicoltori Associati e realizzata nell’ambito del progetto PNRR RAISE sulla base dei principi della rete Native Oyster Network, organo consultivo del progetto, attivo in Irlanda e Regno Unito.
L’Ostrea edulis è una specie di ostrica nativa dell’Europa, distribuita dalla superficie a qualche metro di profondità, che si aggrega lungo la costa in gruppi di individui formando delle strutture tridimensionali, i cosiddetti reefs o beds, veri e propri letti naturali, in grado di fornire habitat, rifugio e sostentamento a molte altre specie, alcune anche di valore commerciale. Per questo i reef a ostriche, agendo sulla funzionalità e produttività degli ecosistemi costieri aumentano la biodiversità e inoltre, grazie alla loro capacità filtrante, favoriscono la pulizia dell’acqua. Non ultimo, questa specie di ostrica rappresenta un’importante fonte di cibo e la sua coltivazione, come quella di altri molluschi bivalvi, è una delle attività più sostenibili del mare.
La presenza e l'importanza dell’ostrica piatta nel Golfo della Spezia è stata segnalata già alla fine del 1800, quando vennero avviati degli studi per il suo ripopolamento a fini commerciali, ma nel corso del tempo gli impatti antropici quali lo sviluppo delle attività costiere, l’ingrandimento del porto militare e commerciale e il cambiamento climatico, hanno profondamente alterato le condizioni dell’area, con gravi conseguenze su alcune specie marine, come l’Ostrea edulis che è andata progressivamente riducendosi.
“Nei processi rigenerativi, gli ecosistemi marini sono centrali per il ruolo che svolgono sia come erogatori di servizi - quali il sequestro del carbonio, la disponibilità di risorse alimentari, la promozione della biodiversità, il miglioramento del paesaggio - sia nell’adattamento e mitigazione degli impatti del cambiamento climatico”, spiega Chiara Lombardi del laboratorio Biodiversità e servizi ecosistemici dell’ENEA. “Inoltre in base ai principi di economia rigenerativa le soluzioni basate sulla natura, fondamentali per una crescita economica sostenibile anche in ambiente marino e per il sostegno all’economia blu, rendono i sistemi economici vitali e salutari, in linea con gli obiettivi del PNRR”.
Nell’ambito delle attività e in collaborazione con il Comune di Lerici, LifeGate e Scuola di Mare, verrà realizzata un’area/laboratorio hi-tech per il ripristino ambientale dotata di sistemi ad alta risoluzione destinati al monitoraggio degli ecosistemi presenti nel Golfo. L’iniziativa è finanziata anche nell’ambito di due altri progetti PNRR dedicati al rafforzamento delle infrastrutture osservative nel Golfo della Spezia che coinvolgono ENEA e gli altri enti di ricerca partner di Smart Bay S. Teresa.

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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente

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