Nell’Italia del Superbonus – l’incentivo per la riqualificazione edilizia più generoso al mondo –
la precarietà energetica è un fenomeno in costante crescita che
colpisce oltre due milioni di famiglie: a incidere particolarmente sui loro bilanci è la
spesa termica, che può arrivare, in casi eccezionali, a superare i 3 mila euro annui. Sebbene
dall’inizio del 2021 gli
interventi di efficientamento siano
cresciuti del 514%, questi hanno interessato le categorie di famiglie più agiate, procedendo a ritmi troppo lenti nell’edilizia pubblica e, soprattutto, nelle periferie. Altrettanto lenti, se non del tutto inesistenti, gli strumenti per facilitare l’accesso agli incentivi delle famiglie in difficoltà, non in grado di sostenere i costi extra bonus.
È il quadro che emerge dal
terzo rapporto di Civico 5.0: edizione edilizia popolare, presentato stamattina dalle ore 10 alle ore 13 in diretta sulle pagine Facebook di Civico 5.0 e Legambiente, sul canale LinkedIn di Legambiente e sul canale YouTube di Legambiente Energia. Il report contiene i risultati dei monitoraggi effettuati nell’ambito della campagna nazionale di Legambiente, nata per promuovere un nuovo modo di vivere in condominio, che quest’anno ha coinvolto
38 famiglie, di cui 9 in edilizia popolare, nelle città di Torino, Modena, Roma, Napoli e Reggio Calabria. Sotto la lente d’ingrandimento dei tecnici di Legambiente
dispersioni termiche, sprechi elettrici, inquinamento indoor e acustico e, in questa edizione, uno speciale focus sull’edilizia popolare per toccare con mano le criticità dell’abitare in situazioni spesso al limite.
“Gli immobili considerati ci restituiscono un quadro d’inefficienza a più livelli, che si ripercuote soprattutto sulle famiglie in condizioni di maggiore disagio abitativo, ancor più in tempi di pandemia – osserva
Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente – Il Superbonus al 110%, che potrebbe giocare un grande ruolo nell’efficientamento degli edifici e dunque nel miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita dei cittadini, è utile per far partire i cantieri e dare sollievo al comparto edile, non altrettanto nel ridurre i consumi, dato che per accedervi è richiesto il salto di sole due classi energetiche, e ancor meno nella riduzione dei gas climalteranti e nell’innovazione del settore. Mancano interventi e politiche focalizzati sugli edifici con residenti in povertà energetica, senza dimenticare scuole e uffici dove i processi sono più lenti”.
In Italia, ricorda Legambiente, tra edilizia pubblica e privata si contano
oltre 12 milioni di edifici a uso residenziale, il 60% dei quali ha più di 45 anni ed è stato realizzato prima di ogni normativa sulla sicurezza statica e l’efficienza energetica.
Un settore, quello civile, da cui derivano il 27% delle emissioni climalteranti e il 28% dei consumi, con 47 Mtep di energia (in crescita) e una spesa di 40,8 miliardi di euro per le famiglie.
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