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Legambiente: presentato il primo rapporto sul teleriscaldamento in Italia

Pubblicato il: 17/12/2014
Autore: Redazione GreenCity
Quasi 3 milioni di abitanti equivalenti in Italia usufruiscono di servizi di teleriscaldamento e/o raffrescamento, situati in 150 centri urbani sparsi in 10 regioni.
Legambiente e Associazione Italiana Riscaldamento Urbano hanno presentato il primo rapporto sul teleriscaldamento in Italia dal quale si evince che oggi sono quasi 3 milioni gli abitanti equivalenti (considerando quinti utenze domestiche, terziarie e industriali) che usufruiscono di servizi di teleriscaldamento e/o raffrescamento, che hanno permesso a famiglie e attività di risparmiare in bolletta e di ridurre inquinamento e emissioni.
Il teleriscaldamento (o riscaldamento urbano a rete), è un servizio energetico presente soprattutto nei centri urbani ubicati in aree climatiche fredde che consiste nella distribuzione di acqua calda o surriscaldata a mezzo di reti interrate, destinata al riscaldamento degli edifici ed alla produzione di acqua calda igienicosanitaria.
Ad oggi il teleriscaldamento è presente in dieci regioni italiane: tutte quelle del nord escluso il Friuli, e in tre del centro Italia: Toscana, Lazio e Marche, con 192 reti al servizio di 150 centri urbani, con 291 milioni di metri cubi serviti, pari al 6% del fabbisogno totale termico nazionale. Il 62% della volumetria teleriscaldata serve edifici residenziali con oltre 182 milioni di metri cubi, il 35% edifici di tipo terziario con 101 ,5 milioni di m3 e il 3% il  settore industriale con 8,2 milioni di metri cubi tele riscaldati.
Oggi sono 70 i comuni teleriscaldati attraverso l’uso di fonti rinnovabili con 88 reti, concentrati in Toscana dove è ricca la risorsa geotermica e in Trentino Alto Adige dove sono noti gli impianti a biomassa. 59 sono invece i comuni che ospitano nel proprio territorio le 72 reti alimentate da una sola tipologia di combustibile come gli impianti cogenerativi fossili, caldaie, centrali termoelettriche e recupero di calore da termovalorizzatori; 21 quelli con impianti alimentati da un mix di combustibili, fossili più recupero di calore e fonti energetiche rinnovabili.
Il 67% della potenza totale utilizzata è costituita da impianti di cogenerazione alimentati da  combustibili fossili, con 2.120 MWt (megawatt termici), mentre la restante quota di potenza è coperta da impianti di cogenerazione utilizzanti fonti energetiche rinnovabili e rifiuti solidi urbani per 615 MWt e da produzione termica semplice da fonti rinnovabili termiche per il 13%. Circa l’1% della potenza installata appartiene invece alla categoria delle pompe di calore ad alta temperatura. 
Il dossier su: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/il-teleriscaldamento-in-Italia.

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