L'
India non accetterà alcuna norma coercitiva dal
Vertice di
Copenhagen, né accetterà la definizione di un
anno picco per le emissioni di
gas serra.
Lo ribadisce il
Ministro dell'Ambiente indiano
Jairam Ramesh, prendendo le distanza dagli altri due paesi maggiormente responsabili per l'effetto serra,
Cina e
Usa, che hanno già reso pubblici i loro impegni formali riguardo la riduzione di emissioni.
Il Ministro ha annunciato anche che sarà lui a guidare la delegazione indiana a Copenhagen, mentre il premier
Manmohan Singh resterà in India, unico leader mondiale a non partecipare al vertice.
Ramesh ha comunque espresso le preoccupazioni indiane circa i
mutamenti climatici, rifutando categoricamente ogni tipo di accordo legale che obblighi il suo Paese a
misure coercitive sulle emissioni. L'India è comunque al lavoro su un
piano di riduzione dei gas serra che la porterà a diminuire le sue emissioni del
20-25% entro il
2020. ''Questo e' il nostro obiettivo programmato ma - ha insistito Ramesh - lo raggiungeremo
volontariamente''.
Il rifiuto arriva anche per il cosiddetto
anno picco, cioè l'annuncio da parte dei Paesi in via di sviluppo dell'anno che considerano picco per le loro emissioni. ''Noi - ha proseguito il Ministro - non firmeremo alcun impegno di anno picco. Questo non e' accettabile. Non c'e' alcuno spazio di compromesso su questo e sulle quote". Tuttavia, se il Vertice si chiuderà con un
accordo globale, l'India potrà anche "fare di più. Ma sempre su una
base volontaria".
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