Sono passati poco più di 42 anni da quel 6 marzo 1983 quando è stato messo in vendita il primo cellulare della storia. Dal Motorola DynaTAC 8000X, soprannominato "il mattone" per le sue dimensioni e il peso, a oggi la tecnologia mobile ha fatto passi da gigante: gli smartphone sono diventati strumenti indispensabili e quotidiani - nel solo 2024 ne sono stati venduti circa 1,5 miliardi di pezzi in tutto il mondo - che però necessitano di particolari attenzioni quando non funzionano più.
In occasione della Giornata Mondiale del Riciclo che si celebra ogni 18 marzo, Ecolight, il consorzio di Sistema Ecolight che rappresenta produttori, importatori e distributori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), pile e accumulatori, propone un vademecum pratico per guidare nel corretto recupero dei vecchi cellulari, trasformando così un gesto quotidiano in un’azione concreta per l’ambiente.
Gli smartphone a fine vita sono RAEE, ovvero rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, e rappresentano un’importante risorsa: sono composti prevalentemente da plastica, metalli e vetro. Tutti materiali che possono essere recuperati e, se trattati correttamente, reimmessi nei cicli produttivi. Rientrano nel raggruppamento RAEE chiamato R4 che comprende i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo. Nonostante nel 2024 la raccolta di R4 abbia superato le 80 mila tonnellate, con una crescita di circa il 7,4% rispetto all’anno precedente, solamente il 15% degli smartphone a fine vita viene avviato a riciclo. Più di cinque cellulari su sei finiscono nella frazione indifferenziata, seguono canali non autorizzati di raccolta oppure rimangono abbandonati nei cassetti di casa.
Come conferire uno smartphone a fine vita? Il vademecum di Ecolight in cinque punti:
"Oggi gli smartphone sono diventati parte integrante della nostra vita quotidiana: in Italia ce ne sono in circolazione oltre 46 milioni. Ma solamente uno su sei quando non funziona più viene avviato un percorso di riciclo. Perché? Dimenticanza, pigrizia, scarsa conoscenza? Eppure abbiamo a disposizione diverse opportunità per conferirlo in modo corretto. Si tratta di un gesto di responsabilità, ma anche di un modo concreto per contribuire a un'economia più sostenibile e circolare. Il consorzio Ecolight è impegnato in questa direzione, mettendo a disposizione la propria esperienza e professionalità per proporre soluzioni pratiche per il corretto smaltimento dei dispositivi elettronici", ha commentato Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight. “È bene ricordare che anche gli auricolari e i caricabatterie quando non funzionano più sono RAEE. Vanno quindi portati all’ecocentro comunale oppure in negozio”.
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Categorie: Green Life
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