Maggiore concretezza e più attenzione verso le piccole e medie imprese. È la strada che dovrebbe seguire l'Unione Europea per quanto riguarda la politica energetica, secondo
Lara Comi, la giovane parlamentare europea del PdL.
"Il Summit di Copenhagen è stato un fallimento – ammette l'esponente del Gruppo dei Popolari Europei, in cui è confluita la pattuglia di rappresentanti a Bruxelles del partito di Silvio Berlusconi – soprattutto per gli obiettivi troppo ambiziosi e irrealistici che ci si era prefissi. Puntare a far accettare una riduzione delle emissioni di gas serra del 30% entro il 2020, come dichiarato dalla Commissione Europea e dagli organizzatori dell'evento, si è rivelata una mossa perdente."
Membro sostituto della
Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia, la rappresentante del partito di Silvio Berlusconi è fortemente critica nei confronti della linea adottata dalla Presidenza di turno dell'UE, a guida spagnola.
"
Il Presidente Zapatero ha impostato un semestre con l'efficienza energetica come obiettivo primario. Non si tiene conto che non è possibile, in un così breve arco di tempo, sei mesi, sviluppare una vera politica energetica."
"Nel breve termine si deve essere più concreti, puntare sulle piccole e medie imprese, l'unica azione in grado di portare migliori e maggiori risultati in campo energetico in tempi relativamente brevi."
Sull'energia nucleare, "è l'UE che deve dare una risposta chiara e precisa, che ancora manca".
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