Il primo effetti negativo causato della marea nera riguarda l'industria ittica statunitense. Il governo
Usa ha vietato ogni tipo di attività legata alla pesca nei prossimi 10 giorni nelle acque interessate dal flusso di petrolio che sta fuoriuscendo incessantemente dalla piattaforma
British Petroleum. Il divieto riguarda l'area compresa tra la foce del
Mississippi fino allo spazio di mare antistante
Pensacola bay, in
Florida.
L'industria ittica nel
Golfo del Messico porta 2,4 miliardi di dollari alle regioni costiere interessate. Questa sospensione potrebbe rivelarsi un grave danno all'economia degli stati Usa interessati. Il Golfo del Messico, oltre ad essere un luogo di sosta per uccelli migratori di varie specie, è anche un luogo di riproduzione per pesci, molluschi e gamberi. Un intero ecosistema è gravemente in pericolo.
Il presidente Usa
Obama ha voluto visitare personalmente la zona del disastro. Le sue parole ammettono che l'incidente avvenuto sulla piattaforma petrolifera ha causato "un disastro ambientale senza precedenti". Al termine della sua visita a
Venice, in
Louisiana, la città dover vengono coordinati gli sforzi delle squadre anti-marea nera, ha respinto al mittente tutte quelle critiche che in questi giorni sono piovute addosso al governo federale, colpevole, secondo alcuni, di un ritardo nella gestione di questa crisi ambientale. Obama ha dichiarato che il Governo Usa è intervenuto sin dal primo giorno con una serie di iniziative per rispondere e contrastare quello che stava succedendo nel Golfo del Messico. Inoltre il presidente Usa ha
accusato esplicitamente la compagnia petrolifera proprietaria della piattaforma dove è avvenuto l'incidente e da dove continua ad uscire incessantemente il greggio: " La British Petroleum è responsabile di questa perdita e la BP pagherà il conto".
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