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Solarexpo punta lo sguardo verso la green economy di Usa, UE e Italia

Pubblicato il: 06/05/2010
Autore: Redazione GreenCity
Il convegno di apertura di Solarexpo 2010 è stato dedicato alle strategie di Stati Uniti, Italia e Unione Europea per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Le strategie e le esperienze di Stati Uniti, Italia e Unione Europea sullo sviluppo delle energie rinnovabili sono state al centro del convegno di apertura di Solarexpo 2010.
Il convegno, dal titolo "La costruzione della green economy: la sinergia fra politiche di stimolo all'economia e politiche di sviluppo delle energia rinnovabili", è stato organizzato in collaborazione con il Consolato Generale degli Stati Uniti e con la Rappresentanza della Commissione Europea a Milano.
In rilievo la visione del Presidente Obama di una nuova economia a basso contenuto di carbonio, che ha portato in concreto a definire un pacchetto di stimolo per l'energia pulita di 80 miliardi di dollari, il più grande investimento che gli Usa abbiano mai fatto in questo emergente comparto.
"Negli Stati Uniti l'economia verde sta spiccando il volo – ha detto in apertura Carol Perez, Console americana a Milano – e sarei felice che ricercatori, ingegneri e imprenditori del Nord Italia collaborassero con i colleghi americani, inclusi i presenti, sulle innovazioni e sulle nuove opportunità ‘verdi' sia negli Usa sia nel resto del mondo".
Richard Caperton, del Center for American Congress, ha illustrato il quadro delle strategie e delle politiche federali, come anche quelle statali, indirizzate al sostegno delle energie rinnovabili e, in particolare, del fotovoltaico. Caperton ha sottolineato come "per spingere la green economy sia assolutamente necessario lavorare su tre aspetti: stimolo della domanda, idonei meccanismi di sostegno, finanziamenti e ammodernamento delle infrastrutture".
Il Capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Milano, Carlo Corazza, ha messo in luce quale sia stata la motivazione che sta dietro al pacchetto energia-clima europeo al 2020, meglio noto come 20-20-20. "Già tre anni fa quando era stato presentato, l'obiettivo 2020 era stato definito come la base per una nuova rivoluzione industriale, c'era già quindi allora la consapevolezza che questa strategia dell'UE avrebbe cambiato il nostro modo di produrre e di consumare", ha detto Corazza.
Un modello per una transizione delle economie europee verso sistemi economici a più basso tenore di carbonio che nasce da diverse ragioni, ma fondamentalmente dall'avere un mercato abbastanza ampio per poterle attuare, quello europeo appunto. "La prima ratio del pacchetto 2020 – spiega il rappresentante della Commissione – è legata alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici del continente, visto che la dipendenza dall'esterno per l'UE è ormai intorno al 70%".
Altra motivazione è la sostenibilità e, in pratica, il tentativo di superare, almeno parzialmente, il fallimento del Protocollo di Kyoto, insufficiente a contenere il riscaldamento del pianeta.
Un terzo aspetto, di stringente attualità, è quello di dare maggiore competitività, cercando di evitare così il declino economico e quindi politico dell'UE. "La classe dirigente europea si è convinta allora che il modo migliore per uscire dalla crisi e rilanciare la propria competitività a livello globale è il driver ambientale, cioè gli investimenti nella nuova economia a basso tenuto di carbonio" ha concluso Carlo Corazza.

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Categorie: Green Life

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