In occasione del 50° compleanno del
Centro di Ricerche Enea Casaccia, nei pressi di Roma, sono stati riaccesi i
due reattori nucleari sperimentali posizionati all'interno dell'edificio.
A onor del vero i due reattori del centro, il
Triga Rc-1 (Training, Research, Isotopes, General Atomics-Reattore casaccia 1T) e il
Tapiro (Taratura Pila Rapida a potenza 0) non sono mai stati spenti. Sono stati infatti impiegati in sperimentazioni riguardanti l'ambito della medicina nucleare.
Ma il ritorno "a regime" dei due reattori segna anche l'inizio del ritorno del nucleare in Italia. Infatti a partire da oggi i due reattori saranno impiegati in
prove sperimentali legate alla ricerca sui reattori nucleari di terza generazione di tipo Epr (European pressurized water reactor), quelli in pratica che il Governo intende realizzare sul territorio nazionale. Il centro della Casaccia ritorna dunque a essere il fulcro della ricerca nucleare italiana a scopi civili.
La riaccensione dei due reattori nucleari, come era prevedibile, ha scatenato la protesta dei
Verdi, che hanno indetto una manifestazione appena fuori le mura del centro di ricerche. Gli ambientalisti hanno definito una "farsa" la riaccensione dei reattori in occasione del 50° della Casaccia. Secondo il parere di
Angelo Bonelli, presidente dei Verdi e portavoce della protesta, "il Governo si sta preparando al nucleare, finanziato dalle tasse degli Italiani". Bonelli continua dicendo quanto sia incredibile che l'
Enea non riveli "che
63 chilogrammi di plutonio e
6.300 chilogrammi di scorie radioattive si trovano nei capannoni della Casaccia senza alcuna precauzione".
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