Il dossier "
Fish Dependence Day", presentato da
Nef (New Economics Foundation) e
Ocean 2012, rivela che in Italia, il consumo di pesce è superiore alla produzione nazionale e dallo scorso 30 aprile il nostro Paese dipende dai prodotti ittici provenienti da altri mari.
Secondo il report, nelle prossime settimane, diversi stati membri dell'Unione Europea raggiungeranno il proprio "Fish Dependence Day", ossia il giorno della dipendenza dal pesce importato da acque non europee.
Aniol Esteban di Nef/Ocean2012 e co-autore del dossier ha così dichiarato: "Le catture sono in declino e gli studiosi avvertono che il 54% dei 46 stock ittici Mediterranei esaminati sono sovra-sfruttati, mentre il consumo di prodotti ittici rimane invariato e il divario rispetto alle importazioni cresce sempre di più, lasciando l'Italia con il peggiore squilibrio commerciale di tutti i Paesi Membri. Gli Italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999 ma poiché le catture sono molto diminuite, hanno bisogno di importare il 37% di pesce in più".
Per
Massimo Coccia, presidente
Federcoopesca-Confcooperative, tuttavia
"Gli allarmismi legati alla fine delle risorse nel Mediterraneo sono ingiustificati: oltre due pesci su tre acquistati in Italia sono pescati all'estero e non è certo una novità che il nostro Paese sia fortemente dipendente dall'importazioni di prodotti ittici".
Federcoopesca ci tiene a sottolineare che negli ultimi 7 anni, la quantità di prodotto ittico acquistato dalle famiglie italiane è aumentata del 13%. Ciò che è cambiato è che ci sono meno pescatori e meno barche.
"Il vero problema – precisa Coccia – è che il prodotto che viene dell'estero, soprattutto quello proveniente da paesi extra europei, è meno caro, è quindi più richiesto e presente in grandi quantità tutto l'anno sui nostri mercati. Una presenza legata alla caratteristica di questi mari, ma anche ai sistemi di pesca, spesso meno selettivi di quelli italiani".
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