"Abbiamo portato alla Commissione Ambiente del Senato la nostra più viva preoccupazione in merito agli esiti del disegno di legge n.1820 di riforma della legge nazionale sui parchi n.394/91 in modo particolare sugli aspetti della governance degli enti parco e su quelli venatori. Questi ultimi rischiano di configurare una nuova deregulation della caccia nel nostro Paese".
Lo hanno dichiarato i rappresentanti dell'
Enpa e del
WWF al termine delle audizioni tenutasi ieri presso la
XIII Commissione di Palazzo Madama. "Nel ventesimo anniversario della nascita della legge quadro sulle aree protette ci saremmo aspettati un accurato bilancio dei punti critici di questa grande normativa, uno dei pilastri della legislazione ambientale italiana. Purtroppo, ancora una volta l'attenzione del legislatore si è concentrata soprattutto sull'attività venatoria, magari sotto le spoglie del controllo faunistico e nulla dovrebbe essere più lontano dalle doppiette del patrimonio di biodiversità che le aree protette tutelano. Registriamo con soddisfazione la dichiarazione fatta oggi dal relatore, il senatore Orsi, che ha confermato la volontà di chiedere il ritiro del subemendamento Molinari, che, cancellando il sistema di regole previsto dalla legge nazionale 157/92 "Tutela della fauna e regolamentazione della caccia" prevede l'esercizio del controllo faunistico senza vincoli né condizioni di tempo, di luogo, di specie, di selettività… una vera attività venatoria in regime di deregulation su tutto il territorio nazionale".
"Per quanto attiene alla governance degli enti parco abbiamo fatto rilevare come le proposte di modifica non vadano a volte nella direzione auspicabile di migliorarne la gestione quanto invece verso un'eccessiva politicizzazione dei parchi. E' altresì grave la proposta di esclusione del mondo scientifico e la restrizione della componente ambientalista dal consiglio direttivo delle aree protette".
"Consideriamo utile ed interessante il confronto avviato con il Parlamento dalle nostre associazioni. Questo paese ha bisogno di rafforzare la politica delle aree protette, non ha nessun bisogno di delegare alle doppiette il patrimonio faunistico".
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