L'Europa ha definito già dieci anni fa con la
direttiva 2001/77/CE gli obiettivi di riequilibrio del mix energetico per il decennio successivo. Con il Pacchetto 20-20-20 Clima-Energia approvato nel 2009, sottoscritto anche dall'Italia, l'Europa ha poi rilanciato tali obiettivi rendendoli precisi e vincolanti al 2020.
Non stiamo rispettando i limiti previsti dal
protocollo di Kyoto e rischiamo di essere in ritardo anche con lo sviluppo delle FER a causa delle note difficoltà di adeguamento e sviluppo delle infrastrutture di rete, rallentato dalle problematiche burocratiche e autorizzative che si trascinano da lungo tempo e di cui i produttori da energia da fonti rinnovabili sono vittime.
"Non ci stiamo a fare da capro espiatorio di tutti i mali del sistema energetico ed elettrico italiano, ed una paventata moratoria sulle rinnovabili - afferma
Agostino Re Rebaudengo, Presidente di
APER -- sarebbe la cosa più sbagliata che si possa ipotizzare. Infatti -- prosegue Re Rebaudengo - non risolverebbe i problemi del settore energetico del nostro Paese. Essi risiedono, tra l'altro, nello sbilanciamento del mix energetico troppo a favore delle fonti fossili e non come incredibilmente sostenuto dal Tavolo della Domanda di Confindustria, nell'eccessiva presenza delle energie rinnovabili oltre che nel mancato completamento dei processi di liberalizzazione del mercato.
Una moratoria metterebbe a rischio lo sviluppo di un settore chiave ed anticiclico per la nostra economia che sta già portando benefici diretti a tutti i cittadini/consumatori sia in termini di occupazione, decine di migliaia di posti di lavoro, sia in termini di investimenti, decine di miliardi di euro nei prossimi dieci anni. La soluzione moratoria equivarrebbe a sostenere che per risolvere i problemi del traffico occorre da subito bloccare la produzione di automobili.
Le rinnovabili non sono un problema ma una grande opportunità, una risorsa preziosa per uscire presto e meglio dalla crisi. Devono essere uno dei due pilastri (l'altro è l'efficienza energetica) su cui fondare la Strategia Energetica Nazionale per i prossimi decenni" continua Re Rebaudengo.
APER chiede quindi al
Ministro Romani, a tutte le Istituzioni, agli operatori ed ai cittadini di continuare a lavorare per lo sviluppo sostenibile, a viso scoperto, in coerenza con quanto si sta facendo in tutti gli altri Paesi UE.
"Lavorare tutti insieme per favorire la massima integrazione delle FER nella nostra infrastruttura di trasporto e distribuzione dell'energia, vuol dire lavorare per il presente e per il futuro del Paese. -- conclude Re Rebaudengo - Questo è quello che stiamo facendo ed indietro, anche come cittadini, non si può tornare!"
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