L’Italia è invasa da
olio proveniente dall’estero: soltanto nel 2015 ne abbiamo importato 599.600 tonnellate per un valore di 1,8 miliardi di euro, il
22,6% in più rispetto al 2014, con veri e propri
boom dalla
Tunisia (62.000 tonnellate in più rispetto all’anno precedente, pari al +245,1%),
dal Marocco (2.000 tonnellate in più, +196,5%) e dalla Grecia (95.000 tonnellate in più, pari al +172,4%).
L’olio straniero finisce in bottiglie e lattine con etichette che indicano soltanto genericamente l’area di provenienza europea o extra Ue, senza nient’altro che specifichi il Paese di origine.
L’allarme arriva da
Aifo Confartigianato, l’
Associazione italiana dei frantoiani oleari.
Secondo Aifo le massicce importazioni di olio, anche a seguito delle recenti misure europee di riduzione dei dazi all’importazione di olio dalla Tunisia, colpiscono la produzione delle imprese italiane.
“Le condizioni igienico-sanitarie, il sistema di controlli e i costi di produzione in molti Paesi dai quali importiamo olio – spiega
Piero Gonnelli, Presidente di Aifo Confartigianato – sono profondamente diverse rispetto a quanto avviene in Italia. Basti pensare che il costo del lavoro per un operaio tunisino è 15 volte inferiore rispetto a quella di un lavoratore italiano del settore. Ma ad essere penalizzati, oltre alle imprese italiane, sono anche i consumatori i quali non possono sapere esattamente da dove arriva l’olio che acquistano poichè la normativa sull’etichettatura dell’olio prevede la generica indicazione dell’area di provenienza e non quella specifica del Paese di origine del prodotto”.
A produrre l’olio davvero e soltanto italiano sono 4.921 frantoi che tra il 2011 e il 2014 hanno realizzato in media 434.000 tonnellate di olio e garantiscono la qualità di uno degli alimenti simbolo del made in Italy apprezzato sulle tavole di tutto il mondo e che vanta ben 43 marchi Dop e Igp.
La maggioranza dei frantoi (900) si trova in Puglia, seguita da Calabria (817 frantoi), Sicilia (601), Toscana (418), Campania (395).
Ma come si fa a distinguere l’olio davvero italiano da quello che proviene dall’estero?
Proprio sulla riconoscibilità del prodotto realizzato in Italia Aifo Confartigianato sta dando battaglia.
“Noi frantoiani – sottolinea il Presidente Gonnelli – siamo il baluardo dell’olio made in Italy, siamo gli unici a produrlo utilizzando soltanto materia prima nazionale e metodi tradizionali che assicurano un alimento buono e sano. Chiediamo pertanto una normativa che riconosca la
centralità dei frantoi nella filiera produttiva dell’olio, che faccia chiarezza sulla provenienza dell’olio e consenta ai consumatori di
distinguere il prodotto artigiano dei nostri frantoi rispetto al resto della produzione. Chiediamo un mercato dell’olio trasparente per evitare inganni e frodi a danno dei consumatori e delle nostre aziende”.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Il progetto Forestami arriva a Zibido San Giacomo
I masi Gallo Rosso e lo Slow Winter, parole...
Carinzia, inverno 2024/2025: esperienze...
Festività di lusso e riservatezza al Rifugio...
Alpin Arena Senales: dal 29 novembre aperte...
Un Capodanno esclusivo sul lago di Garda