La Commissione europea ha deciso di deferire l'
Italia alla Corte di giustizia dell'Unione europea perché le autorità italiane
non stanno adottando le misure necessarie all'eradicazione dell'organismo nocivo da quarantena
Xylella fastidiosa in Puglia e, di conseguenza, non hanno arrestato la sua diffusione.
"In seguito alla prima notifica di focolaio di
Xylella fastidiosa in Puglia nell'ottobre 2013, le autorità italiane non si sono pienamente conformate alla normativa dell'UE sugli organismi da quarantena nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e non ne hanno impedito l'ulteriore diffusione nella regione. Le norme comprendono, tra le altre disposizioni, la rimozione delle piante infette in alcune parti delle zone delimitate immediatamente dopo che la presenza di
Xylella fastidiosa è stata confermata per la prima volta, nonché il monitoraggio e il campionamento delle piante nelle pertinenti parti della zona delimitata. Il calendario trasmesso dall'Italia non è stato ritenuto efficace per garantire l'immediata rimozione degli alberi infetti, come prescritto dalla normativa dell'UE. La mancanza di misure adeguate aumenta il rischio di un'ulteriore diffusione dell'organismo al di fuori dell'attuale zona delimitata" ha scritto in una nota la Commissione.
La
Xylella fastidiosa è uno dei fitobatteri più pericolosi al mondo e provoca una serie di malattie
che conducono alla morte delle piante infette, con enormi ripercussioni economiche sull'agricoltura.
La Commissione europea: "Gli Stati membri devono adottare tutte le misure necessarie per eradicare la
Xylella fastidiosa e, se ciò non fosse possibile, per impedirne almeno l'ulteriore diffusione nel resto d'Italia e in altre parti del territorio dell'UE".
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