In occasione della Giornata Mondiale delle Tartarughe,
Rio Mare e l'Area Marina Protetta Isole Egadi (AMP)liberano la
tartaruga Aretusa,
esemplare Caretta Caretta di 55 cm e quasi 19 kg di peso e di circa 20 anni. Aretusa è una delle oltre
50 tartarughe Caretta Caretta che in soli tre anni sono state salvate dopo essere state ferite a causa di impatti con barche, ingestione di rifiuti di plastica galleggianti o lenze da pesca.
La riabilitazione degli animali salvati è stata possibile grazie al progetto triennale di
Rio Mare realizzato insieme all'
Area Marina Protetta Isole Egadi (AMP), uno dei primi di questo genere per durata e investimento realizzata da privati in Italia, volto a salvaguardare la biodiversità e a favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali delle Isole Egadi.
Dall'inizio della collaborazione nel 2014, l'iniziativa ha visto la nascita e il potenziamento del
Centro di Primo Soccorso tramite l'acquisto di materiale tecnico (come tag satellitari, vasche per il recupero delle tartarughe e materiali per le aule didattiche) fino a farlo diventare un vero e proprio Centro di Recupero per tartarughe marine Caretta Caretta a Favignana. Inoltre, nel 2018, sono stati inaugurati il nuovo stabulario e la nuova aula didattica, realizzati all'interno del prestigioso Museo della Tonnara di Favignana (ex Stabilimento Florio) grazie a finanziamenti del Ministero dell'Ambiente e a Rio Mare.
In partnership con
l'Università di Pisa Dipartimento Biologia è stato avviato un progetto di monitoring satellitare, che prevede l'applicazione di tag satellitari sul carapace di alcune tartarughe per seguirle nei loro spostamenti. I segnali dei tag sono recepiti dai satelliti permettendo così di continuare il monitoraggio da remoto degli esemplari curati presso il Centro tartarughe e di conoscerne i tragitti, le tappe e i chilometri percorsi, oltre che di approfondire la conoscenza della specie e le sue abitudini. In particolare il
tracker "Iridium", uno dei dispositivi utilizzati per il monitoraggio delle tartarughe, è dotato di una
tecnologia innovativa di GPS portatile sperimentata per la prima volta in Italia nell'ambito di questo progetto. Più piccolo e leggero rispetto agli altri e quindi meno invasivo per l'esemplare, ha una durata maggiore che consente un monitoraggio di 12 mesi.
Oltre al caso di Aretusa, l'efficacia di questo progetto è dimostrata dai numerosi esemplari già liberati e salvati presso il Centro di recupero, come per esempio Dian e Rita, due femmine di Caretta caretta
di 35 e 25 anni, con una lunghezza di oltre 60 cm (75cm Dian e 62,5cm Rita) e un peso di 55kg e 26kg. Entrambe sono state soccorse, curate e rimesse in libertà. Grazie al tracker, sappiamo che in totale hanno percorso oltre 1100 km negli ultimi due mesi lungo le coste siciliane, ad una velocità media di 1.5 km/h.
L'iniziativa rientra in un progetto più ampio che prevede il finanziamento di altri due progetti:
la tutela della Posidonia oceanica e
la gestione dell'Osservatorio della Foca monaca nel Castello di Punta Troia a Marettimo.
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