E' in corso a Durban, in Sudafrica, davanti a 17.000 delegati appartenenti di 195 Paesi e rappresentanti Organizzazioni ambientaliste ed Associazioni la
17° Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul clima.
Sul tavolo dei negoziatori appartenenti a 190 Paesi si ripropongono vecchie difficoltà a raggiungere un accordo e un'intesa auspicata da molti, in primis dall'Europa, affinché si possa tracciare la strada del post Kyoto, il trattato adottato nel 1997 e che per ora resta l'unico punto di riferimento per la riduzione delle emissioni di gas serra.
La delegazione italiana a Durban è guidata dal ministro dell'Ambiente
Corrado Clini che si recherà alla Conferenza per le ministeriali a partire dal 6 dicembre. Clini si è sempre recato al tavolo negoziale, in qualità di direttore generale del ministero dell'Ambiente e adesso quindi si presenta anche in veste politica.
"Serve un partenariato tra economie sviluppate e quelle emergenti - afferma Clini - per un'economia globale 'decarbonizzata' basata su regole condivise, sulla cooperazione tecnologica, misure e incentivi globali a favore di energie e tecnologie a basso tenore di carbonio".
"La domanda di energia - spiega Clini - cresce soprattutto nei paesi che stanno uscendo dal sottosviluppo (dalla Cina al Sudafrica, dall'India al Brasile, dal Messico all'Indonesia) e nessuno può chiedere a questi paesi di bloccare la propria crescita economica. D'altra parte l'aumento della domanda di energia può essere disgiunto dall'aumento delle emissioni sviluppando e usando fonti energetiche e tecnologie a basso contenuto di carbonio a cominciare dalle rinnovabili".
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