"Meno male che ci pensa la Ue a diffondere i dati sulla qualità delle acque di balneazione del nostro Paese. Sul sito del ministero della Salute, l'ultimo aggiornamento in materia risale a giugno del 2010 con dati relativi al 2009 e dichiarazioni affidate al ministro Ferruccio Fazio. Nemmeno il ‘Portale Acque', creato per fornire indicazioni chiare e tempestive sulla balneazione, presenta dati esaurienti su tutti i tratti di costa".
Così
Giorgio Zampetti, responsabile dell'ufficio scientifico di
Legambiente, commenta i risultati dell'ultima relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente e della Commissione Ue, da cui emerge che in 11 Paesi europei -
tra cui l'Italia - oltre l'80% dei siti di balneazione vantano un'eccellente qualità delle acque.
"Il risultato conseguito dall'Italia - sottolinea Zampetti – non è però attribuibile a una seria politica di riduzione degli scarichi e di investimenti per migliorare il servizio di depurazione, ma soprattutto all'attuale normativa, entrata in vigore nel 2010, che prevede meno parametri e limiti meno stringenti rispetto a quella precedente. Non dimentichiamo che ancora oggi il 30% dei cittadini italiani non è allacciato a un depuratore. Un ritardo che ha già comportato l'avvio di una procedura d'infrazione da parte della Commissione europea".
L'estate scorsa, il monitoraggio scientifico della
Goletta Verde rilevò, infatti,
146 i punti critici disseminati lungo tutta la costa italiana, praticamente uno ogni 51 km di costa, l'80% dei quali fortemente inquinato. Risultarono off limits 112 foci a conferma del problema di mancata depurazione, che riguarda in primo luogo i comuni dell'entroterra.
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