Un vertice caratterizzato "da una mancanza assoluta di leadership politica, che ha prodotto un documento debolissimo, che non contiene nessun tipo d'impegno concreto, in particolare per quanto riguarda l'aiuto finanziario ai paesi poveri per sostenere la loro transizione verso un'economia verde equa e solidale". E' il bilancio di
Legambiente su
Rio+20, la Conferenza Onu sul clima organizzata a Rio de Janeiro, a vent'anni dal primo summit sulla sostenibilità ambientale.
"Il carattere bilaterale e volontario delle risposte giunte sul fronte degli aiuti finanziari ai paesi in via di sviluppo per supportarli nella transizione verso una green economy equa e solidale rischia di compromettere l'approccio multilaterale e di penalizzare ulteriormente quelli più poveri - dice il presidente di Legambiente
Vittorio Cogliati Dezza -. L'unica nota positiva è la forte vitalità della società civile e la dinamicità di un pezzo non trascurabile delle imprese, che creano le condizioni per l'avvio di una forte mobilitazione verso un'economia verde equa e solidale, con cui combattere anche la povertà. Per il resto, il fallimento è triste anche se era prevedibile. Una partita giocata da un'Europa incapace di esercitare un potere reale, Usa distratti, economie emergenti dall'atteggiamento altalenante e il forte peso delle lobby del petrolio affinché nulla cambi".
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