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A Montecristo la derattizzazione consente alla berta di tornare a riprodursi

Pubblicato il: 23/08/2012
Autore: Redazione GreeenCity
Dopo la derattizzazione, a Montecristo aumento riproduttivo del 95% per i volatili come l'uccello delle tempeste e la berta minore.
A distanza di alcuni mesi dall'inizio del suo impiego, la strategia adottata per debellare le colonie di ratti neri che avevano invaso l'isola di Montecristo si è rivelata vincente: gli infestanti sono stati eliminati e le specie a rischio hanno iniziato a nidificare nuovamente senza problemi.
Tra il 10 e il 12 gennaio scorso, infatti, sono stati effettuati interventi dall'elicotteroper liberare l'isola dai ratti. Sono state depositate 26 tonnellate di pellet alimentare per combattere quelli che erano diventati ormai una minaccia per la biodiversità e per specie importanti e rare, come l'uccello delle tempeste e la berta minore, un volatile raro che vive proprio a Montecristo.
A renderlo noto è l'A.N.I.D. - l'associazione nazionale delle imprese didisinfestazione - che aggiunge: "un recente censimento del Parco Nazionale dell'arcipelago Toscano ha contato oltre seicento pulcini di berta minore pronti a spiccare il volo. Si sommeranno alle 700 coppie che nidificano nell'isola, con unincremento riproduttivo quantificabile intorno al 95% rispetto allo scorso anno".
Dario Capizzi, esperto di controllo dei roditori dell'Agenzia regionale dei Parchi del Lazio e membro della commissione per la formazione tecnica dell'A.N.I.D , che ha collaborato alla realizzazione del progetto, precisa: "l'esempio di Montecristo è emblematico perché dimostra che studiando emergenze ed infestazioni caso per caso, attraverso uno studio del territorio pianificato e ben congegnato, è possibile ottenere risultati importanti. È indispensabile per trovare la giusta tecnica da adottare. Si tratta dell'isola più grandi mai liberata dai ratti nel Mediterraneo. Quella delle esche si è rivelata essere la giusta soluzione; una tecnica abbastanza invasiva ma usata per un limitato arco temporale".
"I risultati ci hanno dato ragione", conclude Capizzi. "L'ecosistema ha pagato un piccolo costo (che sarebbe stato maggiore se i ratti non fossero stati debellati) per ottenere un beneficio più grande. Il fatto che nessuna specie a rischio non solo non si sia estinta, ma abbia iniziato nuovamente a nidificare o a riprodursi senza problemi, ne costituisce la prova tangibile".

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Categorie: Ambiente

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