La Commissione europea ha imposto urgentemente all’Italia
di bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti.
Nonostante una precedente sentenza della Corte di giustizia al riguardo nell’aprile 2007, secondo la Commissione i problemi sussistono ancora
in quasi tutte le regioni italiane e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine.
Su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente,
Janez Potočnik, la Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di imporre
un’ammenda forfettaria di 56 milioni di euro (28089,60 euro per giorno tra le 2 sentenze della Corte) e un’ammenda giornaliera di 256819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell’infrazione.
Attualmente
255 discariche – 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi - devono ancora essere bonificate. Nonostante gli impegni assunti dalle autorità italiane nel 2007, solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012. Un calendario completo per l’ultimazione dei lavori è stato programmato unicamente per 132 discariche su 255.
Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l’Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l’apertura di nuove discariche illegali.
A seguito della precedente sentenza della Corte la Commissione ha inviato all’Italia, nel febbraio 2008, una lettera di costituzione in mora e, nel giugno 2009, un parere motivato, segnalando che
la violazione sistematica e generalizzata constatata dalla Corte di giustizia era ancora in corso. Nel giugno 2011 la Commissione ha chiesto all’Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole.
Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi significativi è chiaro che i problemi persistono in quasi tutte le regioni italiane. La sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata e la Commissione ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia e di chiedere che vengano inflitte delle ammende.
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