Si è svolta a Milano, presso la sala della Crociera di Lettere dell’
Università degli Studi di Milano, la conferenza “
Acqua, ghiacciai e cambiamenti climatici. Dal laboratorio a cielo aperto Desdé-Piazzi, l’evoluzione dei ghiacciai italiani negli ultimi 50 anni e il loro possibile futuro”, organizzata da
Levissima in collaborazione con l’
Università degli Studi di Milano.
La partnership tra i due enti risale al 2007, quando è stato avviato un progetto di ricerca scientifica volto a
monitorare lo stato dei ghiacciai e tutelare il patrimonio “freddo” delle montagne. Nel corso della manifestazione, alla quale sono intervenuti il professor
Claudio Smiraglia, docente presso la Facoltà di Scienze dell'Università degli Studi di Milano, il professor
Alessandro Pavese, direttore del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano,
Agostino Da Polenza, presidente del
Comitato EvK2Cnr di Bergamo, la dottoressa
Daniela Murelli, direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo
Sanpellegrino e
Valter Maggi del
Comitato Glaciologico Italiano, è stato presentato il progetto di un
nuovo catasto glaciologico nazionale realizzato insieme a
EvK2Cnr e al
Comitato Glaciologico Italiano. Gli studi del progetto congiunto sono stati effettuati sul ghiacciaio del gruppo
Dosdé-Piazzi, in alta Valtellina.
La dottoressa Murelli, ha così commentato: “Levissima ha tutte le sue fonti in alta Valtellina. L’acqua minerale è strettamente legata al territorio da cui proviene, per cui conoscere e tutelare questo territorio diviene un compito estremamente importante e necessario. La partnership con il professor Smiraglia e il suo team di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano deve essere quindi intesa in questo senso”.
Dal canto suo, il professor Smiraglia ha precisato che le temperature medie estive, negli ultimi anni, sono state notevolmente superiori, con una conseguente
fase di ritiro delle superfici glaciali. “Se le cose non cambiano – ha dichiarato – fra pochi decenni avremo una serie di ghiacciai collocati in alta quota e non ci saranno più le lingue vallive o saranno soffocate e coperte dai detriti. I ghiacciai quindi negli ultimi anni stanno cambiando colore: da bianchi diventano neri, perché coperti da detriti. Si tratta di un forte cambiamento anche dal punto di vista paesaggistico”.
Il nuovo catasto dei ghiacciai italiani risponderà ai
requisiti internazionali del
World Glacier Monitoring Service, l’ente nazionale che raccoglie i dati dei ghiacciai di tutto il Mondo, e consentirà il confronto con i precedenti catasti, al fine di poter quantificare la contrazione del glacialismo a livello globale italiano.
Per ciascun ghiacciaio si prevede la rilevazione di una serie di dati quali codice
CGI, codice WGI, nome, coordinate, gruppo montuoso, bacino idrografico, ghiacciaio, glacionevato, ghiacciaio vallivo, ghiacciaio montano, superficie, esposizione.
Tali dati si ricaveranno attraverso diverse tipologie di fonti quali le foto aeree, le immagini satellitari, la cartografia e la letteratura pregressa, recuperati anche attraverso il contributo di EvK2Cnr e delle Regioni e Province Alpine italiane.
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