Il Ministero dell’Ambiente ha emanato una direttiva che rappresenta un fatto importante per il futuro delle
aree protette italiane, poiché per la prima volta viene delineato un percorso chiaro per posizionare i
Parchi nazionali al centro della strategia nazionale per la conservazione della natura.
Con questo primo e significativo atto, il Ministero copre un vulnus che ha visto i Parchi operare in importanti azioni per la conservazione della natura senza un adeguato accompagnamento istituzionale, senza un confronto sulle scelte da attuare, con
inevitabili sprechi di risorse pubbliche, o peggio, sottovalutando interventi al contrario necessari per salvare specie e habitat a rischio di estinzione.
"Apprezziamo il richiamo al metodo di condivisione sulle scelte contenute nella direttiva, e siamo sicuri che la gran parte dei Parchi saranno in grado di rispondere nei termini stabiliti alla sollecitazione del Ministero di presentare proposte unitarie e di sistema soprattutto per la conservazioni di specie prioritarie come l’orso, il lupo ed il camoscio nell’Appennino, o per la conservazione di habitat prioritari per promuovere la gestione forestale sostenibile nelle aree protette" ha dichiarato Legambiente.
"Auspichiamo, infine, che a questa prima direttiva segua un analogo indirizzo per le aree marine protette per la conservazione della biodiversità marina e la tutela di specie come le tartarughe marine, e un accordo strategico con le Regioni per definire un comune lavoro per la conservazione della natura attraverso il rilancio delle politiche di sistema, attraverso una forte integrazione tra le aree protette regionali e nazionali, quelle della rete
Natura 2000 nell’ottica di realizzare nel nostro Paese la rete ecologica nazionale" conclude l'associazione ambientalista.
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