Il negoziato sul bilancio europeo e il processo di riforma della
PAC sono in pieno svolgimento e restano ancora da definire molti aspetti sostanziali dei futuri regolamenti comunitari per l’utilizzo delle risorse assegnate all’agricoltura, il 34% del bilancio complessivo della UE.
L’
agricoltura italiana rischia di perdere complessivamente 4,5 miliardi di euro, dei quali oltre 2,5 miliardi di aiuti diretti agli agricoltori (-8,9%) e 2 miliardi per lo sviluppo rurale (-18,7%). La perdita di risorse per l’Italia sul primo pilastro è stata compensata in parte nella trattativa sul bilancio con un aumento di 1 miliardo di euro per lo sviluppo rurale e nel compromesso raggiunto sugli emendamenti che saranno votati il prossimo 23 e 24 gennaio dalla
Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo dove è prevista una flessibilità tra i due pilastri da parte degli Stati membri (fino al 15% dal primo al secondo pilastro e fino al 10% dal secondo al primo pilastro).
“Per salvare la riforma della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea servono scelte politiche chiare, orientate all’utilizzo di risorse pubbliche per obiettivi di interesse generale come la salvaguardia dell’ambiente, la creazione di nuova occupazione per i giovani e la permanenza degli agricoltori nel territorio” ha dichiarato
Maria Grazia Mammuccini a nome delle 13 Associazioni che riuniscono ambientalisti, mondo scientifico, agricoltori biologici e biodinamici che hanno incontrato questa mattina Mario Catania, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, e presentato il documento “PAC 2014 – 2020: per un’agricoltura in grado di riconciliare Economia ed Ecologia”.
Per A
ssociazione italiana Agricoltura Biologica, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI-Fondo Ambiente Italiano, Federbio-Unione Nazionale Produttori Biologici e Biodinamici, Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU-Birdlife Italia, Pro Natura, Slow Food, Società Italiana Ecologia del Paesaggio, Touring Club Italiano, WWF Italia, finora gli aiuti distribuiti alle imprese agricole dall’Unione Europea attraverso la propria Politica Agricola Comune (PAC) hanno favorito produzioni intensive ad alto impatto ambientale senza garantirne la loro sostenibilità economica. La maggior parte dei fondi comunitari sono arrivati alle aziende di grandi dimensioni, monoculturali, che producono merci indifferenziate ma che realizzano un reddito netto più basso, e non a quelle che reggono meglio l’impatto della crisi, ossia le aziende diversificate, multifunzionali, che realizzano attività innovative per la costruzione di un modello di produzione e consumo basato sulla sostenibilità ambientale.
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