Sono una delle bellezze dell’Italia, un patrimonio naturalistico di cui siamo leader in Europa per superficie protetta. Sono
le aree protette, un tesoro e una risorsa preziosa, sinonimo di bellezza e qualità, ma anche di innovazione e di spinta per l’intero Paese dato che producono il 3,2% della ricchezza della Penisola. Rilanciare i parchi, significa far conoscere il contributo e le idee che possono dare per superare la crisi economica.
È questo il messaggio che
Legambiente lancia in occasione della conferenza “
Parchi, proposte e alleanze”, organizzata domani a Roma da Federparchi - Europarc Italia, in vista dei prossimi Stati Generali delle Aree Protette Italiane.
Per l’associazione ambientalista la
bellezza del paesaggio, la tutela del suolo e la valorizzazione del biologico sono i tre punti chiavi di una green economy che abbia per protagonista i parchi.
“Una green-economy basata sulle potenzialità dei parchi – dichiara
Antonio Nicoletti, responsabile aree protette Legambiente - è una chiave straordinaria per attrarre investimenti nelle aree interne, che coincidono in gran parte con la rete delle aree protette marine e terrestri, e per rilanciare l’economia locale. Ma ciò può avvenire se tra i parchi cresca la consapevolezza della reale forza e bellezza dei territori e se questi luoghi diventino delle effettive eccellenze, dicendo basta al consumo di suolo e puntando sull’agricoltura biologica, che in queste aree può trovare uno spazio privilegiato dove svilupparsi. Tutto ciò rappresenta in molti parchi solo un auspicio, mentre tanti cittadini credono che sia una realtà. Spetta al sistema delle aree protette, agli amministratori d’intesa con le comunità, non deludere chi crede che le aree protette siano l’eccellenza italica. E gli Stati Generali posso essere un’occasione preziosa per dimostrare ciò e per lanciare allo stesso tempo la Terza Conferenza Nazionale delle aree protette, partecipata e condivisa da tutta la società e le istituzioni del Paese”.
L’Italia possiede
827 aree naturali iscritte nell’elenco ufficiale, diffuse su tutto il territorio nazionale e che coinvolgono oltre 2.000 comuni, (circa 1/4 del totale e per la gran parte con popolazione inferiore a 5.000 abitanti), interessando oltre 3 milioni di ettari di superficie protetta a terra e 2 milioni e 800 mila ettari di superficie protetta a mare.
“Il nostro auspicio –
aggiunge Nicoletti – è che gli Stati Generali segnino una nuova stagione per le aree protette e rappresentino la comune presa d’atto, tra cittadini, forze politiche e sociali, che il sistema non può più attendere le riforme che tanti a parole auspicano, ma che in pochi concretamente hanno cercato di avviare. La legge quadro dopo venti anni di applicazione necessita di una manutenzione che traghetti la burocrazia delle aree protette nell’alveo delle altre amministrazioni pubbliche, con le quali i parchi si confrontano quotidianamente. Una burocrazia che deve tenere conto delle rinnovate esigenze che cittadini e operatori economici reclamano da un sistema che interessa quasi l’11% del nostro territorio e che, solo per i parchi nazionali, rappresenta il 3,2% di PIL in agricoltura”.
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