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L'UE vuole ridurre l'impatto della pesca industriale

Pubblicato il: 12/02/2013
Autore: redazione GreenCity
Il Parlamento Europeo ha deciso di ridurre l’impatto devastante della pesca industriale. 502 eurodeputati hanno votato per una riforma che permetterà alle scorte di pesce di ricostituirsi sopra i livelli necessari per produrre il Rendimento Massimo Sostenibile entro il 2015.
Il Parlamento Europeo ha deciso di ridurre l’impatto devastante della pesca industriale.
I pescatori artigianali rischiano infatti l’estinzione insieme a tutte quelle specie che finiscono nelle reti a strascico che pescano in maniera illegale a ridosso delle coste.
Attualmente solo un metodo si è mostrato veramente dissuasivo: si tratta dei blocchi di cemento a protezione della costa, che non consentono alle reti a strascico di violare i limiti. In Italia, l’unico tratto per ora protetto da questi dissuasori è ubicato tra Talamone e Porto Santo Stefano, nell’Argentario.
L’ideatore, Paolo Fanciulli, vorrebbe estendere il tratto di mare da proteggere. L’uomo ha trovato gli artisti che scolpiranno gratuitamente i blocchi di marmo provenienti dalla stessa cava di Carrara che riforniva nientemeno che il celebre artista Michelangelo.
Ora si attende il contributo economico della Regione Toscana e possibilmente anche dal Governo. Il ministero dovrebbe infatti proporre politiche di rigoroso controllo, più che sovvenzionare i sindacati della pesca e i loro iscritti. Il Parlamento Europeo ha adottato una posizione ambiziosa per la riforma della Politica Comunitaria della Pesca.
Dopo quasi venti mesi di dibattito, 502 eurodeputati hanno votato per una riforma che permetterà alle scorte di pesce di ricostituirsi sopra i livelli necessari per produrre il Rendimento Massimo Sostenibile (MSY) entro il 2015, che assicurerà la fine dei rigetti in Europa e la transizione dell'industria peschiera verso una pesca a basso impatto ambientale.

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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente