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I mercati illegali: numeri, storie e scenari in un dossier di Legambiente

Pubblicato il: 18/02/2013
Autore: Redazione GreenCity
Italia coinvolta in un’inchiesta ogni 4 giorni negli ultimi 2 anni, con 297 persone arrestate e denunciate e sequestri per oltre 560 milioni di euro.
Più di un’inchiesta ogni 4 giorni, con 297 persone arrestate e denunciate, 35 aziende sequestrate e un valore di 560 milioni di euro finito nelle mani degli inquirenti: negli ultimi due anni hanno interessato l’Italia 163 indagini internazionali per traffici illeciti di rifiuti, merci contraffatte, prodotti agroalimentari e specie animali. Un’escalation di speculazioni illegali e scenari sempre più inquietanti che riflettono un legame indissolubile fra l’andamento del commercio mondiale e quello dei mercati fuori legge. È quanto emerge dalla ricerca presentata da Legambiente e Consorzio Polieco sui flussi illeciti tra l’Italia, l’Europa e il resto del mondo.
“Per stroncare questi mercati illegali – ha detto Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – è importante rafforzare le azioni di contrasto e prevenzione, nel nostro Paese e a livello globale. Ci auguriamo finalmente che il prossimo Parlamento introduca nel Codice penale italiano i delitti contro l’ambiente e si impegni di ricostituire la commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie. Ma è altrettanto importante estendere a tutti i Paesi dell’Unione Europea il delitto di traffico illecito di rifiuti, che ha consentito in Italia di svelare rotte e interessi di queste organizzazioni criminali”.
“Dobbiamo armonizzare ancora di più tutte le componenti istituzionali del Paese impegnate nel contrasto verso questo tipo di illeciti – ha dichiarato il presidente di PolieCo, Enrico Bobbio – e, allo stesso tempo, perseguire l’obiettivo di una sburocratizzazione delle norme che regolano la gestione dei rifiuti, per favorire il riciclo di qualità made in Italy, attraverso la “filiera corta” della gestione dei rifiuti. Solo in questo modo si possono evitare inutili traffici grazie ai quali, il più delle volte, si finisce per foraggiare le ecomafie e le imprese poco virtuose che, oltre a danneggiare l’ambiente e la salute dei cittadini (di tutti i  Paesi), conseguono risultati economici al di fuori delle regole”. 

Per rafforzare l’efficacia dell’azione di contrasto e di prevenzione per tutte le filiere dei mercati illegali, Legambiente e Polieco avanzano 10 proposte:

  1. rafforzare e semplificare il quadro sanzionatorio in materia di tutela penale dell’ambiente attraverso l’introduzione nel Codice penale italiano di specifici delitti (dall’inquinamento al disastro ambientale) sulla falsariga di quanto previsto dalla direttiva comunitaria 2008/99/CE e da diversi disegni di legge d’iniziativa parlamentare;
  2.  rendere pienamente operativa la nuova classificazione del delitto di attività organizzata di traffico illecito di rifiuti;
  3. prevedere, come per tutti gli altri delitti di competenza delle Procure distrettuali antimafia, l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali in presenza di sufficienti indizi di reato, e non gravi com’è attualmente, e prolungando fino a un anno i termini per le indagini preliminari;
  4.  ricostituire, anche nella prossima legislatura, la Commissione bicamerale di inchiesta sul Ciclo dei rifiuti e le attività illecite a esso connesse;
  5. migliorare la collaborazione tra gli Stati, soprattutto in materia di controlli e prevenzione, rafforzando il ruolo degli organismi internazionali, sia europei (Europol, Eurojust) che internazionali (Interpol, Unicri).
  6.  ricostituire, nella prossima legislatura, la Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, istituita nel luglio del 2010 con il compito di approfondirne la conoscenza e migliorare l’efficacia delle azioni di repressione,
  7.  costituire di un’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, come già esiste in molti Paesi europei;
  8.  istituire un sportello anticontraffazione a cui i consumatori possano fare segnalazioni;
  9. prevedere sanzioni più incisive per i criminali del cibo, come ritiro della licenza in caso di reiterazione del reato e un sistema di tutela penale ad hoc;
  10. Una norma che preveda una più ampia estensione dell’obbligatorietà di indicazione dell’origine dei prodotti (e delle materie prime prevalenti) in etichetta.

Accanto a queste proposte, nell'Agenda per l'ambiente e la legalità presentata sono previsti altri interventi legislativi. Tra questi, il disegno di legge sulla lotta all'abusivismo edilizio, per rendere più efficaci le norme di contrasto e l'iter delle demolizioni dei manufatti illegali; quello sulla lotta alla corruzione con le richieste contenute nella campagna lanciata da Libera "Riparte il futuro"; quello sulla bellezza del paesaggio, per fermare il consumo di suolo e riqualificare il territorio nazionale.

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Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente