Secondo
Greenpeace la decisione, presa e approvata praticamente a fine mandato, dell’attuale governo e del Ministro dell’Ambiente
Clini, di investire nel
porto di Piombino per lo smaltimento della Costa Concordia "sia un azzardo che non garantisce né i cittadini italiani né la tutela dell’ambiente".
"Sono scelte che incidono pesantemente sul futuro, opzionando investimenti che devono essere finalizzati a creare sviluppo e occupazione e non nuove cattedrali nel deserto - ha dichiarato
Alessandro Giannì, Direttore delle Campagne di Greenpeace. - A decidere devono essere un nuovo governo e un nuovo parlamento, con pieni poteri e in cui sono presenti nuove sensibilità, per evitare a breve scontri istituzionali che bloccherebbero la Concordia ad arruginire nel porto di Piombino per decenni".
"Gli ultimi giorni del Ministro Clini e dell’ex governo tecnico, peraltro ampiamente sfiduciato dalle ultime consultazioni elettorali, si stanno caratterizzando per una serie di iniziative in campo ambientale, dall’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) alla Strategia Energetica Nazionale (SEN), fino alla vicenda degli investimenti sul porto di Piombino, che tutto sembrano tranne che di ordinaria amministrazione" continua in una nota Greenpeace.
"È chiaro che questo sistema di procedere per colpi di mano”rischia di creare fratture insanabili e di aumentare le ricadute sull’ambiente e i costi per la collettività", conclude Greenpeace.
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