Una
balenottera comune di oltre 17 metri di lunghezza si è spiaggiata ieri sul litorale di
Rosignano, in Toscana, dopo che negli ultimi mesi lungo le coste del Tirreno c'è stata una vera e propria moria di cetacei: quasi 80 gli esemplari di
stenella (una specie di delfino) spiaggiati fino ad oggi.
Sono ancora ignote le cause della morte della balenottera ma
Greenpeace, che da anni denuncia il grave degrado del
Santuario dei Cetacei, non è sorpresa.
“Ci troviamo in un’area protetta, eppure non esistono regole per limitare l’inquinamento proveniente dalla costa e il traffico marittimo. Purtroppo l’accumulo di agenti inquinanti può debilitare questi animali tanto da abbassarne le difese immunitarie e renderli suscettibili a infezioni che possono anche causarne la morte” afferma
Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace.
Da tempo Greenpeace denuncia il grave inquinamento marino che sta mettendo a rischio non solo i cetacei del Santuario ma l’intera catena alimentare. Le analisi effettuate dall’associazione nel 2010 sulle sogliole pescate al largo della costa toscana e ligure evidenziavano
la presenza di idrocarburi policiclici e metalli pesanti anche oltre i limiti consentiti.
"In risposta alle nostre richieste la Regione Toscana, che aveva promesso un esteso monitoraggio dell’area, ha reso pubblici solo 2 mesi fa, con ben tre anni di ritardo, i risultati di un lavoro di biomonitoraggio effettuato dall’Arpat (Agenzia regionale protezione ambiente della Toscana) tra luglio e settembre 2011. In tre anni solo 12 i campioni di sogliola analizzati - Greenpeace a proprie spese in tre mesi ne aveva fatti analizzare tre volte tanto – che confermano tristemente un grave inquinamento da mercurio" afferma in una nota l'associazione ambientalista.
“È ora che le Regioni Toscana e Liguria si attivino davvero per tutelare il Santuario dei cetacei. Greenpeace da tempo ha indicato quale dovrebbe essere la strada da percorrere, ma nonostante la promessa di un tavolo tecnico fatta nel 2011 dai Presidenti delle Regioni, ad oggi ancora nulla è stato fatto. E queste morti ne sono la triste conseguenza”
conclude Monti.
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