Una buona notizia: frena bruscamente
la strage di cetacei nei mari italiani e si avviano così a conclusione le complesse ricerche degli scienziati della
Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini nata dalla collaborazione del ministero dell’Ambiente con il ministero della Salute.
Ai ricercatori è affidata la responsabilità di trovare risposte alla morìa di delfini della specie stenella striata (stenella coeruleoalba) che ha colpito le coste de
l mar Tirreno con un’incidenza straordinaria da inizio anno.
Il nuovo rapporto elaborato dalla Banca dati spiaggiamenti sembra far luce sul complicato mistero della straordinaria morìa e afferma finalmente che “il tasso di mortalità appare bruscamente calato – si legge nel rapporto - e mantenendosi questo trend potrebbe esaurirsi a breve”. Inoltre questo tipo di andamento è già stato descritto
in precedenti episodi anomali di mortalità descritti negli ultimi anni, come quello da morbillo accaduto nei mari spagnoli tra il 2006 e il 2008.
Le nuove ricerche rafforzano l’ipotesi che la causa più probabile della straordinaria morìa sia
il morbillivirus del delfino, riscontrato nel 30-40% dei corpi analizzati, percentuali che - per quanto basse - rimangono comunque comparabili con quanto avvenuto in Spagna nelle precedenti epizoozie da morbillo.
L’epizoozia di questi mesi ha interessato una popolazione di
stenelle giovani, con età inferiore ai 15-20 anni (96% delle carcasse analizzate), cioè animali nati dopo la morìa del 1990-92 determinata da morbillo e quindi sprovvisti di anticorpi specifici per difendersi da questa malattia.
Secondo gli scienziati, i cetacei erano
fortemente indeboliti dal virus del morbillo e le loro difese immunitarie erano ridotte. Ciò avrebbe aperto la strada all’azione di infezioni e altre malattie (come photobacterium damselae e virus dell’herpes), responsabili effettivi della morte degli animali.
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