L’Università degli Studi di Milano insieme a
Levissima e al
Comitato EvK2Cnr, rendono noti i
primi dati emersi dal
nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, un progetto di ricerca volto a monitorare lo “stato di salute” del cuore freddo delle nostre Alpi, principale
indicatore dei
cambiamenti climatici in atto.
"L'attuale fase di regresso glaciale che interessa la Lombardia, e più in generale tutte le catene montuose, presenta aspetti apparentemente contraddittori; infatti, le aree glaciali diminuiscono progressivamente, mentre il numero dei ghiacciai aumenta. Questo secondo fenomeno è facilmente spiegabile: a causa delle alte temperature e della conseguente fusione del ghiaccio, limitate zone rocciose emergono durante l'estate sulla superficie dei ghiacciai. Le rocce assorbono calore e lo ritrasmettono al ghiaccio circostante accelerandone la fusione. In poche settimane, la piccola roccia affiorante si allarga e può arrivare a spaccare letteralmente in due o più tronconi il ghiacciaio, che perde la propria lingua e si frammenta in settori separati", spiega il
Professor Claudio Smiraglia dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca, e
referente del settore “Glaciologia” del Comitato EvK2Cnr.
Un foto del Ghiacciaio dei Forni, fra i più vasti delle Alpi Italiane, nel 1941, a confronto con una foto del 2012, dove il Ghiacciaio dei Forni appare quasi frammentato in due tronconi.Il nuovo Catasto dei Ghiacciai Italiani, avviato nel 2012 e che vedrà il compimento nel 2014, aggiorna i dati dei due precedenti catasti realizzati dal Comitato Glaciologico Italiano (CGI), rispettivamente nel 1959-1962 e nel 1982-1985. I primi dati disponibili riguardano la
Lombardia, regione dove sono localizzati i più vasti ghiacciai nazionali, così come numerosi corpi glaciali di piccole e medie dimensioni, tra cui il Gruppo Dosdè-Piazzi, in prossimità delle sorgenti Levissima.
L’elaborazione delle foto aree a grande scala - fornite dalla Regione Lombardia e da altre amministrazioni provinciali e comunali - messe a confronto con i dati dei catasti precedenti, mostra chiaramente l’evoluzione avvenuta in Lombardia negli
ultimi 50 anni: il numero dei ghiacciai è aumentato, da 167 a 209, a causa di numerose frammentazioni, ma la superficie totale si è
ridotta del 23%,
passando da 115 kmq, nel 1959-1962,
agli 89 kmq attuali. Pur tenendo conto delle metodologie diverse di raccolta dei dati fra l’attuale e il precedente catasto del CGI, che rendono difficile il confronto, la tendenza al regresso appare confermata.
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