Fauna protetta, 80 lupi uccisi dall’inizio del 2013 a oggi
Pubblicato il: 14/04/2014
Autore: Redazione GreenCity
Legambiente: “Necessario patto urgente per attuare misure di prevenzione degli attacchi al bestiame e per reprimere ogni forma di bracconaggio”.
A contarli tutti, i lupi uccisi e ritrovati in Italia, dall’inizio del 2013 a oggi, sono 80. Un numero consistente se si considera che il lupo è una specie protetta, tutelata da norme nazionali e comunitarie.“Questi episodi, in crescita, non devono essere sottovalutati - commenta Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e biodiversità di Legambiente - ma spingere, al contrario, enti e istituzioni a rafforzare sia le misure di controllo del territorio per porre un freno al bracconaggio, sia quelle di prevenzione dei danni alla fauna domestica che spesso innescano un inasprimento degli atteggiamenti di intolleranza nei confronti dei grandi carnivori”.L’ultimo lupo trovato morto, pochi giorni fa in Molise nei pressi di Mirabello Sannitico, è stato investito e quindi ucciso in maniera presumibilmente accidentale. Non è andata così, invece, per i tre esemplari scoperti solo qualche tempo prima in Basilicata, la cui morte sarebbe da attribuire ad avvelenamento. L’investimento stradale rappresenta la causa più importante di mortalità, ma una parte consistente degli esemplari rinvenuti sono vittime di bracconaggio (lacci a strangolo, armi da fuoco, veleno).“Ecco perché la delicata questione dell’interfaccia tra i grandi carnivori e le attività antropiche - aggiunge Nicoletti - necessita dell’incontro e del lavoro congiunto di tutti i soggetti interessati, come il personale tecnico dei Parchi, gli uomini del CFS impegnati nelle attività di monitoraggio intensivo di diverse specie selvatiche e gli allevatori, alcuni dei quali con coraggio e lungimiranza hanno deciso di investire nella prevenzione e nella sperimentazione di nuovi sistemi di gestione dei conflitti”.Un lavoro portato avanti, per esempio, grazie al progetto Life Wolfnet appena concluso, che ha visto la partecipazione di Legambiente, dei Parchi Nazionali della Majella, del Pollino, delle Foreste Casentinesi, della Provincia dell’Aquila e dell’Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana.
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