“È giunto il tempo di mettere fuori gioco tutte le illegalità in materia di natura. Troppe le situazioni in cui ancora si agisce ignorando le leggi, a danno della natura in generale e degli animali selvatici in questo caso. Così facendo ci siamo attirati l’ennesima procedura d’infrazione della Commissione europea, che si traduce anche in offesa nei confronti dei cittadini che operano nel rispetto dell’ambiente e delle norme”, ha dichiarato
Antonino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale, riguardo l’audizione di in Senato.
Il 1 luglio infatti, Legambiente è stata audita in Senato dalle Commissioni Riunite X (Industria, commercio, turismo) e XIII (Territorio, ambiente, beni ambientali), nell’ambito dell’esame del DDL n. 1541 di conversione in legge del Decreto n. 91 del 24 giugno 2014. Il Decreto affronta la procedura di infrazione n. 2014/2006 contro l’Italia, che
continua a utilizzare gli uccelli come richiami vivi, senza rispettare i dettami della normativa europea.
Nell’occasione, Legambiente ha invitato i Presidenti e i Senatori delle Commissioni a difendere la legalità nella conversione in legge del decreto,
per contrastare il bracconaggio attraverso la valorizzazione della vigilanza volontaria e il rafforzamento degli strumenti atti a perseguire i bracconieri. L’associazione ha chiesto, inoltre, di rispettare la normativa europea per quanto riguarda in particolare i richiami vivi, che il Governo continua a consentire in deroga.
Legambiente propone, dunque, di rendere obbligatoria almeno l’iscrizione degli esemplari
a idonee anagrafi animali regionali gestite dai servizi sanitari, in modo da bloccare commerci illegali effettuati ancora oggi da chi cattura gli animali selvatici illegalmente.
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