Earth Hour: la Marina Militare a fianco del WWF
Pubblicato il: 18/03/2015
Autore: Redazione GreenCity
Da nord a sud luci spente a sul mare tra l'altro a Livorno con l’Accademia Navale, a Brindisi e Taranto con le Base Navali e le navi ormeggiate oltre al Castello Aragonese di Taranto.
Tra le novità di quest’anno a
Earth Hour c'è l’adesione all'evento della
Marina Militare Italiana: grazie a questa nuova partecipazione, l’ora di buio attraverserà anche le nostre coste e aree portuali, oltre allo spegnimento di Palazzo Marina a Roma, sede dello Stato Maggiore Marina. Dal nord al sud luci spente a Venezia sull’Arsenale e sulla Scuola Navale Militare F. Morosini, a La Spezia, con la Base Navale e le navi ormeggiate, aLivorno con l’Accademia Navale, a Brindisi e Taranto con le Base Navali e le navi ormeggiate oltre al Castello Aragonese di Taranto e infine ad Augusta, Base Navale e navi, e Messina.“Proprio in questi giorni abbiamo visto che combattere il cambiamento climatico si può: secondo la IEA (Agenzia Internazionale per l’Energia), infatti, nel 2014 le emissioni di CO2 sono rimaste stabili, nonostante l’economia, a livello mondiale, sia cresciuta del 3% – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima&Energia del WWF Italia - Dalle prime analisi, pare che questo sia dovuto al minor uso del carbone, il combustibile fossile più inquinante per il clima, per l’ambiente e per gli esseri umani. Questa è la dimostrazione che ‘disaccoppiare’ economia ed emissioni è una possibilità reale. Molto c’è ancora da fare perché si passi a invertire davvero la tendenza e, dunque, a significative riduzioni della CO2, condizione indispensabile per rimanere ben al di sotto dei 2°C di aumento della temperatura media globale rispetto all'era preindustriale per scongiurare il cambiamento climatico catastrofico In questi mesi si devono decidere tagli delle emissioni molto ambiziosi e rilevanti impegni finanziari per aiutare i paesi più poveri e vulnerabili, in modo da puntare ad avere un accordo significativo ed efficace nel Summit sul Clima che si terrà a dicembre a Parigi; un accordo che deve essere basato sulle indicazioni della comunità scientifica e non sui veti incrociati e gli interessi degli inquinatori. La speranza per il clima viene soprattutto dalla società civile, dai governi locali, dalle imprese che lavorano per affermare alternative ai combustibili fossili, una realtà economica ed energetica concreta. L’economia sostenibile e verde è l’unica che oggi resiste alla crisi e che in soli cinque anni potrebbe portare 20 milioni di lavoro in più in Europa".
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