Ridurre nei prossimi anni
il problema della plastica in mare salvando gli oceani, i mari e le spiagge non è una sfida impossibile. Basterebbe estendere entro il 2020 la messa il bando delle buste di plastica non compostabili in tutti gli Stati del Mediterraneo e non. Incentivare una maggiore cooperazione tra i Paesi, diffondere una corretta gestione dei rifiuti, incrementare le campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a cittadini, amministrazioni locali e categorie produttive; potenziare le politiche di prevenzione e la ricerca scientifica e raccogliere la sfida dell’economia circolare. Senza dimenticare il contributo che i cittadini – la cosiddetta ‘citizen science’ - organizzati possono dare alla conoscenza dei problemi ambientali.
Sono queste per Legambiente le sette mosse indispensabili che i Paesi di tutto il mondo
dovrebbero attuare e replicare per contrastare il marine litter. Proposte che l’associazione ambientalista ha presentato durante
il suo intervento all’Onu, dal titolo “Multi-stakeholders Governance for tackling marine litter in the Mediterranean Sea”, unico evento italiano nell’ambito della conferenza mondiale degli Oceani a New York.
Legambiente, nella giornata mondiale degli oceani, ha presentato all'Onu
un approfondimento sul Mar Mediterraneo - tra le sei zone di maggior accumulo di rifiuti galleggianti del Pianeta con evidenti rischi per l’ambiente, la salute e l’economia -, illustrato la mappa interattiva che raccoglie dati e numeri sul marine litter nel Mediterraneo, e avanzato soluzioni e strategie a partire dall’esperienza virtuosa dell’Italia -
primo paese in Europa a mettere il bando ai sacchetti di plastica nel 2011 - capace di far scuola oltre confine, riducendo del 55% il consumo di plastica per produrre sacchetti (da 200mila a 90mila tonnellate/anno) e favorendo una diminuzione in termini di CO2 di circa 900 mila tonnellate.
Proposte che Legambiente rilancia anche alla vigilia del
G7 Ambiente di Bologna, in programma questo fine settimana, dove il marine litter sarà uno dei temi ambientali, insieme al futuro degli Accordi di Parigi, su cui si discuterà anche nell'incontro, a latere del G7, in programma il 10 giugno. Un evento che vedrà Italia e Francia confrontarsi sull’inquinamento della plastica in mare e sulle politiche messe in atto e quelle da adottare. All’incontro parteciperà anche la Presidente di Legambiente Rossella Muroni.
"Il Mar Mediterraneo - dichiara da New York
Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente - rischia di diventare sempre più un mare magnum di plastica e spazzatura con rifiuti galleggianti, adagiati su spiagge e fondali o invasi da quelli diventati tanti minuscoli e invisibili frammenti. Per questo abbiamo deciso di portare all'attenzione dell'Onu anche il caso del nostro mare magnum, un mare "regionale" soffocato dallo stesso problema degli oceani, il marine litter, che sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti e mondiali. Purtroppo, la cattiva gestione dei rifiuti a monte e la maladepurazione restano la principale causa del fenomeno, per questo abbiamo chiesto di avviare al più presto una cooperazione concreta tra i Paesi di tutto il mondo rispettando gli Accordi sul clima di Parigi ed estendendo entro il 2020 a tutti gli Stati del Mediterraneo la messa al bando dei sacchetti di plastica, una sfida che lanciamo anche ai ministri che parteciperanno al G7 Ambiente di Bologna ".
Su www.legambiente.it/marinelitter la mappa interattiva sul Mediterraneo con dati marine litter e la top ten dei rifiuti spiaggiati illustrati a New York.
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