Cento attivisti di
Greenpeace, tra cui nove italiani, sono entrati oggi in azione al Salone dell’auto di Francoforte, subito dopo la visita della Cancelliera Merkel, per chiedere
misure di protezione dall’impatto sanitario causato dalle auto diesel.
I cento attivisti, vestiti da pazienti ospedalieri, si sono riuniti pacificamente in una delle sale espositive per poi “esplodere” in una forte tosse collettiva. Quindi hanno lasciato le loro mascherine respiratorie ospedaliere agli stand espositivi.
Con questa protesta nonviolenta Greenpeace vuole evidenziare le contraddizioni del settore dell’auto. Se da un lato molti brand annunciano proprio in questi giorni al Salone di Francoforte
il lancio di nuovi modelli di macchina elettrica, dall’altro è loro intenzione continuare a vendere, per molti anni ancora, auto diesel o alimentate a benzina. Le auto diesel sono la fonte principale di immissione nell’aria del diossido di azoto (NO2). Questo gas tossico
causa malattie come l’asma e minaccia in particolare la salute di bambini e anziani.
Secondo una ricerca del 2013, anche un piccolo incremento di 10 microgrammi per metro cubo
aumenta del 15% la probabilità dei bambini di sviluppare l’asma. Per l’Agenzia Europea dell’Ambiente, l’NO2 causa in Europa 68 mila morti premature ogni anno. Le auto diesel rappresentano oggi il 50% delle vendite sul mercato europeo.
Secondo Greenpeace, "quello di cui tutti abbiamo bisogno è porre fine alla produzione di auto alimentate con derivati del petrolio. Stando alle schede tecniche delle aziende automobilistiche, le auto sembrano diventare sempre più “pulite”. Ma l’aria delle nostre città resta, purtroppo, inquinata e spesso irrespirabile. Le emissioni reali su strada dei veicoli omologati sono molto più alte di quelle rilevate durante i test ufficiali. Analisi effettuate dall’ International Council on Clean Transportation (ICCT) hanno dimostrato come anche i modelli diesel Euro 6 emettano realmente, in media, cinque volte la quantità di inquinanti prevista dalla normativa".
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«L’inquinamento atmosferico causato dalle auto con motori diesel o benzina ha le dimensioni di una vera emergenza sanitaria», dichiara
Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. «È importante che i consumatori non si lascino ingannare dal marketing delle aziende automobilistiche: continuano a vendere milioni di auto, specie quelle diesel, che sono una minaccia diretta alla nostra salute, e ancor più a quella dei bambini. Il diesel deve presto uscire dal mercato e i governi europei devono garantire la salute pubblica e responsabilizzare l’industria automobilistica per i danni che provoca».
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