Garantire il distanziamento sociale, evitare il congestionamento del traffico e ridurre al minimo inquinamento e disagi negli spostamenti: sono alcuni dei problemi con cui si trovano alle prese diverse città in questi primi giorni di “banco di prova” della
Fase 2. Criticità che si possono risolvere puntando su una mobilità urbana sempre più condivisa e sostenibile, utile ora nella fase di riapertura, ma con vantaggi che potranno rendere più vivibili le nostre città.
Le due sfide su cui puntare sono
il potenziamento della sharing mobility e il raddoppio dei chilometri delle piste ciclabili, un intervento, quest’ultimo, già previsto nei PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile, che i Comuni devono mettere in campo al più presto. Si tratta di progetti per
2.
626 km di nuove piste ciclabili, da sommare ai 2.341 km di quelle già esistenti in 22 città italiane.
Qualche esempio? Secondo i piani, Palermo passerebbe dagli attuali 48 a 155 km di piste ciclabili; Firenze da 66,3 a 108,5; Pesaro da 100 a 180; Napoli da 21,3 a 184,3; Bologna da 248 a 969; Bari da 45,7 a 202,7; Milano da 220 a 406; Parma da 125,5 a 296 km.
È questa la proposta che rilancia
Legambiente per una ripartenza urbana sostenibile e per un’alternativa credibile all’utilizzo delle auto private nella Fase 2 post Coronavirus, tutelando così ambiente e sicurezza dei cittadini e garantendo una migliore vivibilità dei centri urbani.
“Le città – dichiara il vicepresidente nazionale di Legambiente, Edoardo Zanchini – saranno il cuore del rilancio post Coronavirus. In questa Fase 2 sarà fondamentale potenziare la disponibilità di biciclette, e-bike, monopattini e scooter elettrici, riducendone i costi d’utilizzo e allargandone l’offerta anche alle aree periferiche dei nostri centri urbani. Non sono ammessi ritardi di nessun tipo: se davvero si vuole avviare una ripartenza urbana green e sostenibile, non si perda questa importante occasione. Sul fronte piste ciclabili, bisognerà puntare al raddoppio dei chilometri attualmente disponibili in Italia, realizzando quanto previsto dai PUMS, i Piani urbani per la mobilità sostenibile che sono già stati approvati”.
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