Il progetto LIFE Claw
conclude con successo per il secondo anno l’azione di ripopolamento del gambero di fiume italiano (Austropotamobius pallipes) nei corsi d’acqua dell’area dell’Appennino nordoccidentale in cui le popolazioni della specie sono in declino.
I piccoli gamberi di fiume italiano, nati a luglio,
sono stati introdotti dai ricercatori e dalle ricercatrici nei corsi d’acqua risultati idonei a seguito delle opportune indagini sanitarie.
Sono oltre un migliaio
i giovani esemplari che sono stati raccolti e rilasciati nei siti.L’attività riproduttiva è stata avviata lo scorso autunno:
oltre 400 riproduttori, maschi e femmine, individuati grazie alle indagini bio-ecologiche, genetiche e veterinarie condotte dall’Università degli Studi di Pavia, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, sono stati trasferiti presso i centri di riproduzione emiliani e liguri a settembre 2022 e, a fine ottobre, è avvenuto l’accoppiamento.
I maschi hanno rilasciato le spermatofore sull’addome delle femmine, le quali hanno estruso le uova che si sono così potute fecondare. A inizio estate è avvenuta la schiusa delle uova.
A differenza della maggior parte dei crostacei, e dei loro “cugini” di mare,
i gamberi di acqua dolce non hanno una fase larvale, ma alla schiusa i piccoli si presentano già con il medesimo aspetto degli adulti. In parallelo prosegue l’attività di monitoraggio e contenimento dei gamberi alloctoni da parte dei partner coinvolti, ovvero il Consorzio di Bonifica di Piacenza, l’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, il Parco dell’Appennino tosco-emiliano e l’Università di Pavia.
Gli enti coinvolti si avvalgono della preziosa collaborazione di volontari appartenenti a cinque associazioni piscatorie - Arci Pesca Piacenza, Sezione Provinciale di Piacenza Convenzionata Fipsas A.S.D, Accademia Krons Piacenza O.D.V; C Gev Parma, Arci Pesca Fisa Parma - che hanno intrapreso l’azione di contenimento dopo essere stati formati dai partner di progetto sia con sessioni teoriche sia pratiche.
Le specie invasive che minacciano il gambero italiano sono forti concorrenti e portatrici della “peste dei gamberi” che è responsabile della rapida contrazione delle popolazioni di
A. pallipes.
Il
gambero di fiume italiano (
A. pallipes) è una
specie autoctona (nativa), la cui sopravvivenza è gravemente compromessa a causa di diverse minacce principalmente legate alla crescente antropizzazione degli ecosistemi acquatici e all’introduzione di specie alloctone (non native) invasive. In particolare, i gamberi alloctoni invasivi costituiscono una forte minaccia in quanto
portatori asintomatici della peste di gambero, una malattia responsabile della rapida estinzione delle popolazioni autoctone. A causa di questi fattori, nel corso degli ultimi 50 anni, le popolazioni di gambero di fiume autoctono hanno subito un forte e diffuso declino in tutta Europa e attualmente, in Italia, la loro presenza è principalmente limitata a piccoli corsi d’acqua in cui i gamberi alloctoni invasivi non si sono ancora espansi e l’antropizzazione dell’habitat è limitata o assente.
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