Scattano le
multe per silenzi e bugie sulle etichette degli alimenti. E’ quanto annuncia la
Coldiretti in relazione all’entrata in vigore mercoledì 9 maggio 2018 delle sanzioni, da 500 a 40mila euro, per chi non rispetta trasparenza e corretta informazioni al consumatore su quello che viene offerto sugli scaffali.
La novità è prevista dal decreto legislativo 23 del 15 dicembre 2017 che “dà attuazione” alla disciplina dell’Unione europea di tutela dei consumatori e riguarda – spiega la Coldiretti – sia l’indicazione di origine dell’ingrediente principale laddove prevista, ma anche la data di scadenza, la presenza di allergeni, la dichiarazione nutrizionale o le caratteristiche del prodotto come definirlo bio oppure vegan quando invece non lo è.
Si tratta di un risposta attesa da
due italiani su tre (68%) che sono preoccupati dell’impatto di quello che mangiano sulla salute secondo quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’. La nuova normativa è infatti un’arma contro la concorrenza sleale a tutela dei consumatori e prevede anche una eventuale valutazione delle infrazione in sede penale per fatti delittuosi particolarmente rilevanti.
Il provvedimento – sottolinea la Coldiretti – è uno strumento per
garantire i consumatori sulle informazioni sugli alimenti contro le notizie “fake”, in modo da consentire scelte consapevoli, prevenendo qualunque pratica suscettibile di indurre in errore i cittadini. Sono state così definite a livello europeo le informazioni
che devono obbligatoriamente comparire sull’etichetta di un prodotto alimentare come ad esempio, il
termine minimo di conservazione o la
data di scadenza dell’alimento, la
dichiarazione nutrizionale o l’
elenco degli ingredienti.
Inoltre – continua la Coldiretti – si dispone che
sugli alimenti vadano indicate obbligatoriamente le sostanze che possono provocare allergie o intolleranze e detta norme relative ai requisiti di etichettatura di queste sostanze: ad esempio, la loro messa in evidenza rispetto ad altri ingredienti. In questo caso, la mancata apposizione dell’indicazione obbligatoria viene punita con una sanzione amministrativa. Ma anche definire, ad esempio, un prodotto come “vegano” o “vegetariano” quando non ne ha le caratteristiche costituisce – precisa la Coldiretti – una violazione delle pratiche leali d’informazione.
Le sanzioni vengono comminate dal ministero delle
Politiche agricole alimentari e forestali (dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari), restando comunque ferme le competenze spettanti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato per le violazioni della normativa sulle pratiche commerciali scorrette.
Il legislatore italiano, comunque – conclude la Coldiretti – ha predisposto una “
clausola di salvaguardia” e alcune norme mitigatrici di questo panorama sanzionatorio. Fa salvo, tra l’altro, quanto prodotto entro il 9 maggio: prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo, gli alimenti etichettati o immessi sul mercato che non siano conformi allo stesso decreto nazionale possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Viandanti del lunedì: otto cammini tra chiese e...
Sun&Fun in Val Gardena: gare in costume, slalom...
Carinzia: una terra di alta cucina con...
“Eco5 per il tuo armadio”, l’idea di Ecotessili...
Cat-mania: un viaggio alla scoperta dei felini...
Roma, Venezia e Firenze sul podio di San Valentino