Sono
16.500 gli alberi adottati in crowdfunding da cittadini, Istituzioni e privati di tutta Italia perché vengano piantati tra Veneto, Trentino e Friuli, nelle aree colpite dalla tempesta Vaia negli ultimi giorni dell’ottobre 2018. A distanza di un anno dal
passaggio della perturbazione che ha distrutto 8,5 milioni di metri cubi di bosco, il ripristino delle zone boschive passa anche dai click di chi ha voluto dare un contributo attivo
adottando un albero sul portale wownature.eu, realizzato nel dicembre 2018 dallo spin-off dell’Università di Padova Etifor per restituire e incrementare, dove possibile, la biodiversità dei territori. Tra gli alberi adottati online, quelli presi in carico “offline” da aziende e amministrazioni locali attraverso Etifor e quelli che ricresceranno spontaneamente a seguito degli interventi di rigenerazione del terreno già effettuati, è stata messa in moto la presenza entro il 2020 di 50.000 nuove piante.
Oltre alla Val di Sella, dove sono stati già piantati 500 nuovi alberi, wownature.eu permette di intervenire attivamente in Val di Fiemme, a Feltre, a Livinallongo e a Enego, consentendo di scegliere quale specie piantare e dove, in accordo con le necessità dei singoli territori studiate in una prima fase dal team di Etifor. Chi adotta un albero, di cui vengono fornite le coordinate GPS, contribuisce all’intero processo di riforestazione: analisi e pulizia del suolo, crescita in vivaio, impianto e manutenzione nel tempo.
Il passaggio della tempesta negli ultimi giorni dell’ottobre 2018, si è lasciato alle spalle un’imponente scia di distruzione del patrimonio forestale: 494 i comuni colpiti tra Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli per un totale di 42.800 ettari di terreno danneggiati, l’equivalente di circa 70.000 campi da calcio. Un duro colpo anche dal punto di vista economico, dal momento che i danni stimati, tra diretti e indiretti, ammontano a 630 milioni di euro.
In un anno di lavori, a tratti singhiozzanti per via delle gelate invernali e della difficoltà di intervento sui terreni in pendenza, è stata data priorità nelle aree colpite da Vaia alla messa in sicurezza delle zone a rischio idrogeologico e delle arterie stradali più importanti per gli abitanti e per i lavori stessi. Nei terreni già puliti dai detriti dove il bosco non si rinnova naturalmente è stato avviato l’impianto di diverse specie per aumentare biodiversità e resilienza.
“Per tornare allo stato pre-Vaia – conclude Brotto fondatore di Etifor – ci vorranno dai 60 ai 70 anni. Tuttavia, questo evento può essere l’occasione riflettere sui nostri comportamenti quotidiani e cominciare a fare piccole ma cruciali scelte per ridurre i nostri impatti e le emissioni. Anche perché simili eventi possono verificarsi ancora e, con un vento a 200 km orari, è impossibile evitare danni, anche se si è preparati al passaggio della tempesta”.
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