Una questione che sta coinvolgendo diversi soggetti, interessati ad esplicitare il proprio pensiero in merito e ad influenzare l'opnione pubblica a riguardo. Stiamo parlando del
nucleare e del dibattito creatosi in Italia a seguito della decisione del Governo di puntare su questa forma di energia.
Oggi, ancora in una fase organizzativa, si confrontano le diverse posizioni. Il
dibattito diventa agguerrito fra coloro che continuano a sottolineare l'importanza del nucleare e le ripercussioni positive che vi saranno sull'
economia italiana e quelli che ritengono la decisione del Governo un errore gravissimo, sottolineando i rischi legati all'apertura delle
centrali.
Qualche giorno fa era stata data notizia della bocciatura, da parte della
Corte Costituzionale, dei
ricorsi di
dieci regioni: Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise. Il Piemonte ha ritirato il ricorso dopo l'elezione di Cota.
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la prima dichiarazione di soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale.
Stefano Saglia, sottosegretario al
ministero dello Sviluppo economico con delega all'energia, ha commentato: "La decisione della Consulta sgombra il campo da polemiche pretestuose: il Governo intende fare il nucleare nel rispetto della Costituzione e delle Regioni. Le norme emanate dal Governo per il rilancio del nucleare comprendono l'intesa con le regioni e quindi sono rispettose della carta costituzionale. Il nucleare rimane strategico per la politica energetica e rappresenta un'opportunità per l'industria italiana. Necessita, pertanto, di una visione globale e condivisa".
Soddisfazione anche da parte del ministro dell'Ambiente
Prestigiacomo che ha dichiarato, a tal riguardo: "La decisione della Corte Costituzionale di rigettare l'impugnativa delle Regioni sulla legge delega per il nucleare fuga ogni dubbio sulla legittimità della impostazione del Governo su questo tema chiave per lo sviluppo del paese. Ora bisogna andare avanti senza indugio per definire le scelte concrete da adottare, i costi e i benefici per i territori e per il paese. Credo sia oggi ancora più valida la proposta di un tavolo di confronto concreto de-ideologizzato che consenta di affrontare uno snodo dello sviluppo del paese come quello del ritorno al nucleare non cercando impossibili unanimità ma la piena consapevolezza di tutti in materia di sicurezza, ambiente, costi e bilancio energetico. Sgombrando il campo sia da allarmismi ingiustificati che da facili entusiasmi. Incontrerò oggi il prof. Veronesi e sono pronta ad incontrare Emma Bonino e quanti si sono dichiarati disponibili ad un confronto franco su questa sfida".
Dall'altra parte della barricata le associazioni ambientaliste, che da mesi ormai stanno cercando di premere sull'opinione pubblica per indurre una riflessione sui rischi legati al nucleare.
Sia il Wwf, che Legambiente, esprimono preoccupazione per lo status attuale dei fatti e su quanto deliberato dalla Corte Costituzionale.
A loro avviso il Governo dovrebbe tener conto dell'
opinione dei cittadini e delle
regioni in merito alla questione, manifestata dal ricorso presentato.
Il
Wwf ha dichiarato: "Il Governo è ora solo di fronte alla decisione sul futuro nucleare dell'Italia. Se verrà confermata la notizia della Corte Costituzionale che avrebbe respinto i ricorsi di 11 Regioni contro la legge delega 99/2009 che ha riaperto la stagione nucleare, è a questo punto solo nella responsabilità del Governo decidere come proseguire.
Dovrà decidere senza il contributo delle Regioni e dei cittadini dalle cui tasche verranno prelevati i soldi per gli enormi costi di costruzione delle centrali e sui quali incomberanno i costi ambientali e ipericoli sanitari.Il Wwf si chiede ora come il Governo intenderà procedere, soprattutto nei confronti di quelle Regioni di centrodestra che hanno fatto ricorso alla Consulta e che (tranne il Piemonte) non hanno ritirato i loro ricorsi. Siamo solamente all'inizio. Il giudizio della Corte riguarda solo le competenze regionali, ma rimane in piedi il ricorso contro il primo decreto attuativo (di marzo) della legge 99 fatto da Toscana, Emilia Romagna e Puglia e soprattutto l'opposizione dei cittadini e delle associazioni
.".
Legambiente, dal canto suo, fa leva proprio sul parere sfavorevole di una gran parte dei cittadini.
Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente ha commentato: "Questa sentenza non cambia la sostanza: la quasi totalità delle Regioni italiane, governate dal centro destra e dal centro sinistra, e la maggior parte dei cittadini non vogliono sentir parlare di ritorno al nucleare. Il Governo abbia il coraggio, dopo tante parole, di passare ai fatti: definisca gli assetti dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, valuti i progetti presentati dalle aziende energetiche, tiri fuori i nomi delle località che ospiteranno le centrali. Staremo a vedere se riuscirà a posare la prima pietra dei nuovi impianti, come propagandato finora. L'unica cosa certa di questo progetto ideologico è che l'Italia perderà altro tempo nella lotta al cambiamento climatico e per ridurre la sua dipendenza energetica, a fronte di pesanti e crescenti costi per la collettività".
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