18,4 milioni di famiglie italiane acquista prodotti bio; i consumatori più attivi, prevalentemente donne, sono di fascia di età tra i 25 e i 44 anni e fra i 55 e i 64 anni;
un settore che vale 2,5 miliardi con una crescita del fatturato del 16% nei primi 4 mesi del 2015 e del 12% nel 2014: i risultati della
ricerca Nielsen “
L'alimentare e il biologico in Italia” presentata da
Assobio -
l'associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici parte di
FederBio -
al
Parco della Biodiversità, l'area tematica in
EXPO realizzata da
BolognaFiere e dedicata all'agricoltura biologica e all'agrobiodiversità, evidenziano una sempre più crescente attenzione degli italiani verso prodotti alimentari attenti alla sicurezza alimentare, alla tutela dell'ambiente e della biodiversità.
“Proprio in occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente i dati di crescita del bio danno un segnale importante. - sottolinea
Elisa Pedrazzoli,
Responsabile della Linea Biologica e Direttore Commerciale estero di Salumificio Pedrazzoli - E' necessario ricordare che coltivare e allevare con il metodo bio significa produrre con ridotti consumi di energia, con bassi livelli di inquinamento. Se pensiamo che gli ultimi dati emanati dall'ONU alla fine del 2014 hanno dimostrato che nell'anno precedente il livello di
gas serra nell'atmosfera ha raggiunto un nuovo record e che l’aumento tra il 1990 ed il 2013 del riscaldamento climatico causato da gas come l'anidride carbonica è stato del 34% è facilmente comprensibile che è ormai giunto il momento di promuovere e di compiere scelte consapevoli”.
«Grazie alla sua elevata capacità di immagazzinare carbonio nel suolo, se adottata su larga scala, l’agricoltura biologica potrebbe rappresentare un mezzo per potenziare la riduzione di CO
2»: questo è il risultato pubblicato nel 2013 di uno studio diretto da
Andreas Gattinger (
FiBL –
Istituto di ricerca per l’agricoltura biologica) e portato avanti da un gruppo di ricercatori internazionali - che ha esaminato i risultati di 74 studi internazionali che hanno paragonato gli effetti sul terreno delle coltivazioni biologiche e di quelle convenzionali.
Lo studio ha dimostrato che se tutte le superfici agricole
fossero coltivate con metodi biologici, le emissioni di CO2 causate dall'agricoltura potrebbero ridursi del 23% in Europa e del 36% negli Usa. Gli autori hanno inoltre calcolato che ciò corrisponderebbe a circa il 13% della riduzione complessiva necessaria per raggiungere gli obiettivi climatici fissati per il 2030.
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