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Livelli di ozono bassi e da record osservati nella regione artica

Pubblicato il: 19/03/2025
Autore: Redazione GreenCity
In Europa invece sono stati registrati una serie di episodi di inquinamento atmosferico invernale nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, con concentrazioni elevate di PM2,5, PM10 e NO₂.

Il Servizio di monitoraggio dell'Atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service - CAMS) ha rilevato che l'Europa ha registrato una serie di episodi di inquinamento atmosferico invernale nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio, con concentrazioni elevate di PM2,5, PM10 e NO₂ che hanno interessato sia l'Europa occidentale che quella orientale. I livelli di inquinamento sono aumentati in tutta Europa durante i periodi di alta pressione superficiale che hanno contribuito a basse velocità del vento e a temperature più fredde durante i mesi invernali. Inoltre, durante questi periodi freddi, il riscaldamento residenziale è logicamente più attivo, il che aumenta le emissioni di questo settore, in particolare le emissioni di PM quando si utilizzano apparecchi a biomassa.

Il direttore del CAMS, Laurence Rouil, ha spiegato: “Il persistente inquinamento invernale in tutta Europa non è insolito, ma evidenzia le continue sfide della qualità dell'aria sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Questi picchi di inquinamento possono avere conseguenze reali per la salute pubblica; pertanto, stiamo monitorando attentamente la situazione, tenendo traccia dei superamenti dei valori limite stabiliti dalla legislazione europea. Comprendere le fonti scatenanti di questi episodi aiuta i decisori a progettare le strategie di mitigazione più appropriate”.

All'inizio del 2025, invece, lo strato di ozono sopra la regione artica ha raggiunto livelli minimi da record, con valori minimi di ozono totale in colonna che sono diminuiti rispetto alla media del periodo dell'anno a metà gennaio e sono continuati fino all'inizio di marzo. Questo calo è stato collegato a un vortice polare insolitamente forte e persistente, che ha isolato temperature stratosferiche eccezionalmente basse sopra il polo. I dati CAMS hanno mostrato livelli di ozono persistenti al di sotto delle 250 unità Dobson (DU) fino all'inizio di marzo, una tendenza insolita dato che l'ozono aumenta tipicamente verso il suo picco annuale di circa 325 DU in aprile. Sebbene l'esaurimento non sia stato abbastanza diffuso o persistente da essere classificato come buco dell'ozono artico, sono stati osservati valori minimi di ozono totale da record, in particolare sulla Scandinavia e sull'Eurasia occidentale, al di sotto di 220 DU, una soglia tipicamente utilizzata per definire un buco dell'ozono nell'emisfero meridionale. Le condizioni estreme hanno portato anche a diversi avvistamenti di nubi stratosferiche polari, catturate da osservatori a terra e dal satellite EarthCARE dell'ESA. Il CAMS continua a monitorare da vicino la situazione.



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Categorie: Ambiente

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