Il cambiamento climatico, con gli eventi metereologici estremi che lo caratterizzano, ha spinto Governi e imprese pubbliche e private a riflettere sul futuro della nostra risorsa idrica, rivolgendosi alla scienza e alla tecnologia per trovare una risposta efficace.
Il recupero di acqua potabile da mari e oceani è una delle soluzioni che cominciano a prendere piede nei Paesi più minacciati dalla mancanza di acqua potabile, come per esempio gli Emirati Arabi, ma non mancano modelli europei, come Spagna, Cipro, Malta e la Grecia. Anche in Italia si possono contare numerose applicazioni delle tecnologie di dissalazione a osmosi inversa per ottenere acqua dolce e di qualità dal mare per numerosi impieghi, industriali o di servizio, come ad esempio l’acqua delle piscine in ambito hospitality oppure per ottenere acqua da bere per chi abita in aree particolarmente soggette alla siccità come le zone insulari, le comunità isolate, ma anche i camping e strutture ricettive.
I bisogni e le tipologie di utenza che possono trarre giovamento dalle tecnologie di desalinizzazione a osmosi inversa sono numerosi e configurano scenari complessi, che richiedono soluzioni personalizzate. Per questo il processo di filtraggio dell’acqua va affrontato con un approccio integrato, che prenda in considerazione, accanto alla conservazione, riutilizzo e trattamento dell’acqua di mare, anche i costi di gestione e la sostenibilità ambientale. In particolare, in questo settore, è importante affidarsi a un partner tecnologico di comprovata esperienza e di caratura globale, che possa realmente rispondere alle emergenti esigenze per una corretta ed efficiente gestione della risorsa idrica.
La dissalazione a osmosi inversa porta una serie di vantaggi diretti e indiretti per le comunità o le imprese che scelgono di avvalersene: tra questi, rendersi indipendenti dal prelievo di acqua dalla rete. L’impatto positivo si riverbera sulla collettività, poiché la preziosa risorsa dell’acqua rimane disponibile per le altre utenze che potrebbero non poter disporre di questa tecnologia.
Culligan, azienda specializzata nei sistemi di trattamento dell’acqua in ogni ambito applicativo, dagli acquedotti municipali agli ambiti ospedaliero, medicale e industriale, dall’hotellerie alla croceristica, fino agli impianti domestici, ha scelto di puntare sulla tecnologia di desalinizzazione a osmosi inversa Culligan SW EVO, come risposta per la salvaguardia della risorsa idrica.
Questa soluzione permette di recuperare fino al 50% dell’acqua di processo, è programmabile per un impiego flessibile e personalizzato, con applicazione sia su piccola che larga scala, inoltre le nuove tecnologie di recupero dell’energia permettono di ridurre al massimo consumi e costi operativi. Inoltre, è modulare, per una messa in opera rapida.
Tutte queste caratteristiche rendono questa tecnologia adatta a contesti altamente impegnativi quali le applicazioni residenziali, industriali e nella pubblica amministrazione. I dissalatori Culligan sono disponibili in 7 modelli, con portate da 5 a 40 m3/h, per trattare acque con salinità fino a 3.000 ppm di TDS. Il sapiente utilizzo dell’osmosi inversa, considerata tra le tecnologie più efficaci per il recupero di acqua potabile dal mare, permette a Culligan di ridurre la salinità da 37.000 ppm a circa 320 ppm, paragonabile a quella dell’acqua oligominerale. Il filtraggio e rimozione del sale e dei contaminanti (tra cui minerali disciolti, batteri, particolato e altre impurità) è pari al 99%, per un’acqua potabile sicura.
La tecnologia, inoltre, ottimizza il pH con l’effetto di proteggere le membrane dell’impianto da incrostazioni e mantenere la qualità e il gusto dell’acqua.
“L’emergenza idrica è un tema che tocca tutti, non solo i professionisti del trattamento delle acque. Culligan ha scelto di impegnarsi concretamente per favorire il risparmio dell’acqua, rigenerarla e rimetterla in circolo, attraverso la campagna divulgativa Save Water, rivolta ad aziende, progettisti e decision maker della Pa, oltre che al pubblico” spiega Lauro Prati. “La corretta gestione dell’acqua è un tema che riguarda davvero tutti noi. Fare cultura della sostenibilità significa prima di tutto coinvolgere le persone, ma anche offrire loro tecnologie a basso impatto e consumi ridotti, coniugando risparmio idrico ed economico”.
Un esempio da replicare: la desalinizzazione per l’Isola d’Elba
Culligan IW EVO ha trovato già concreta applicazione in numerosi contesti, tra i quali spicca per portata e rilievo il caso dell’Isola d’Elba: 31 mila residenti e d’estate un picco di presenze che sfiora i 3 milioni di turisti. Per l’isola Culligan ha progettato e prodotto 4 linee di osmosi inversa per la desalinizzazione dell’acqua di mare e la sua conversione in acqua potabile, con una capacità di 80 litri al secondo, pari a 288 m3/h, la quantità sufficiente a soddisfare le richieste di abitanti e turisti in estate.
L’acqua ottenuta presenterà livelli di salinità e di Boro inferiori a quelli stabiliti dalle normative italiane (Decreto legislativo 18/2023 e 31/2001), grazie all’impiego di membrane LG Chem NanoH2= di seconda generazione, con una reiezione del sale pari al 99,89-99,88%, la più alta del settore, e una reiezione del Boro del 93%.
Una soluzione che oltre a garantire la qualità dell’acqua è anche a basso impatto ambientale e basso consumo energetico: per ridurre i consumi, questo sistema sfrutta l’accoppiata tra una pompa a pistoni, più efficiente rispetto alla classica pompa a centrifuga e un recuperatore isobaro con pompa booster. Rilevante anche il corretto dimensionamento dell’impianto e l’impiego di sistemi per il recupero dell’energia, vantaggi che si possono attribuire all’elevata specializzazione e capacità di customizzazione di Culligan.
Il caso dell’Isola d’Elba dimostra quanto la tecnologia di dissalazione a osmosi, se opportunamente applicata e gestita, possa rappresentare una soluzione concreta e replicabile al problema della mancanza di acqua potabile, in ogni contesto dove sia possibile accedere all’acqua del mare.
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Categorie: Ambiente
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