Sea Shepherd Italia, realtà italiana parte dell’organizzazione internazionale nata nel 1977 per fermare la distruzione dell’habitat naturale e delle specie marine, ha annunciato l’inizio, per il settimo anno di fila, della campagna SISO. L’operazione SISO7, attivata grazie alla collaborazione con le autorità italiane, ha già permesso il salvataggio di numerose specie nelle acque calabresi e nella costa nord della Sicilia.
L’expertise coltivata negli anni ha permesso a Sea Shepherd Italia di estendere l’azione della campagna fino a raggiungere un importante obiettivo, quello di pattugliare incessantemente le diverse coste italiane bagnate dal Mar Tirreno. A partire dalla Calabria e dalla Sicilia, passando tra le coste della Campania, del Lazio, della Toscana fino a quelle della Liguria, Sea Shepherd sta contrastando il bracconaggio, l’utilizzo delle reti spadare dette “muri della morte”, l’utilizzo di trappole illegali e il vergognoso inquinamento da plastica in mare più grande mai documentato: i FAD (Fish Aggregating Devices).
I Fishing Aggregating Devices sono metodi di pesca illegale formati da un filo di plastica ancorato in fondo al mare che tiene a galla in superficie delle larghe foglie dove si radunano i pesci, pescati poi dalle reti a circuizione. Queste installazioni illegali su larga scala attraggono densi banchi di pesci, creando punti di aggregazione che non solo portano alla pesca eccessiva, ma causano anche una significativa cattura accidentale di specie non bersaglio.
SISO7 è iniziata da pochi giorni e già il suo equipaggio, formato da volontari provenienti da tutto il mondo, si è distinto per impegno e risultati ottenuti. Le attività condotte lungo le coste calabresi hanno infatti portato al recupero di oltre 15 km di palamiti in soli quattro giorni, oltre a micidiali ami in stato di abbandono utilizzati per la cattura di grandi pelagici che colpiscono sistematicamente tutte le specie presenti in mare, spesso in pericolo di estinzione.
Inoltre, l’equipaggio della Sea Eagle ha tratto in salvo una tartaruga che nuotava con estrema difficoltà trascinandosi un intero tratto di palangaro. La tartaruga, uno splendido grosso esemplare di Caretta caretta, specie che predilige le coste calabresi per la deposizione delle uova proprio in queste settimane, era stata tratta in inganno da un palangaro e dalle sue esche e aveva ingoiato un calamaro innescato su un amo di grandi dimensioni. Dopo un difficilissimo recupero in piena notte, i volontari sono riusciti a consegnare l’animale ancora in buono stato di salute al personale di turno della Guardia Costiera, sezione di Cetraro, presso il porto di San Lucido.
Gli sforzi degli equipaggi di Sea Shepherd sono proseguiti senza sosta per l’intera nottata fino alla mattina seguente. Le prime luci dell’alba hanno visto il salvataggio di altre creature in difficoltà, ingannate anch’esse dalle esche fluttuanti.
I volontari di Sea Shepherd hanno poi salvato e restituito la libertà ad una coppia di grandi lampughe, razze, tunnidi di varie specie e ad un bellissimo esemplare di tonno rosso di oltre 80 kg, vittima di una pesca incontrollata che nonostante i divieti e le restrizioni vede la specie ancora come il bersaglio principale di questo periodo. Come è noto infatti, la pesca non autorizzata e non regolamentata con palamiti di superficie, uccide, non accidentalmente, numerose razze, squali, tartarughe ed altre specie di tunnidi.
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Categorie: Ambiente
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