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Fondazione Cariplo: affrontare la transizione climatica con i territori

Pubblicato il: 06/12/2024
Autore: Redazione GreenCity
Le azioni e i progetti locali mostrano come affrontare e mitigare il climate change in modo efficace sia possibile: un convengo ha fatto il punto sulle best practice italiane e internazionali

La crisi climatica è un dato di fatto incontrovertibile, il dibattito oggi dovrebbe vertere non più sulla sulla sua criticità ma piuttosto sulle soluzioni per affrontarla in modo efficace, coinvolgendo i territori e supportando le azioni con una comunicazione efficace. Su questa dinamica si è focalizzata Fondazione Cariplo organizzando l’evento “Strategie per la transizione climatica: città e territori protagonisti”.

Come sa bene chi ha seguito le varie attività di Fondazione Cariplo, l’azione dei (e sui) territori e delle comunità locali è diretta ed efficace, in netto contrasto con la percezione di “immobilismo climatico” che si ha guardando agli eventi internazionali come ad esempio le COP. Come ha sottolineato Claudia Sorlini, Vicepresidente di Fondazione Cariplo, “Sindaci, rappresentanti accademici, di associazioni e di enti del Terzo Settore hanno collaborato attivamente per realizzare iniziative per ridurre le emissioni di gas serra e per creare città con condizioni climatiche migliori, capaci di tutelare la salute dei cittadini, di riequilibrare il rapporto con la natura e di limitarne i danni dovuti agli eventi estremi. Il tutto con benefici anche sociali ed economici”.

Esempi efficaci di queste sinergie positive sono le Strategie di Transizione Climatica supportate all’interno del progetto F2C – Fondazione Cariplo per il Clima che dal 2019 si pone appunto l’obiettivo di promuovere azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici sul territorio lombardo.

Un’iniziativa, come spiegato da Federico Beffa, Project leader del progetto F2C - Fondazione Cariplo per il Clima, perseguita stimolando la creazione di alleanze territoriali composte da enti pubblici, parchi e organizzazioni non profit e accompagnandole attraverso la fornitura di assistenza tecnica e progettuale, l’erogazione di un contributo economico e l’organizzazione di una comunità pratica. Un impegno sfociato in otto progetti, due dei quali sono stati illustrati durante l’evento milanese.

Best practice di riferimento

Il progetto Bosco Clima” ha come capofila la Comunità Montana Valli del Verbano e coinvolge 26 Comuni, perlopiù troppo piccoli per poter agire da soli in modo efficace in un territorio costituito per il 75% da boschi dove gli effetti dei cambiamenti climatici degenerano in incendi, frane e altre calamità causate dagli eventi estremi.

Problemi, come ha ricordato Sibiana Oneto, Responsabile Area Agricoltura e Foreste, Comunità Montana Valli del Verbano, affrontabili insieme grazie all’elaborazione di 29 azioni su diverse aree di intervento. Alcune di esse riguardano la messa in sicurezza dei versanti montuosi o la realizzazione di vasche di laminazione, la pianificazione forestale, la gestione delle attività agro silvo-pastorali mediante la costituzione di Consorzi Forestali. Interventi con risvolti positivi anche sulla tutela della biodiversità e sulla mitigazione, con il rafforzamento della capacità dei boschi di assorbire i gas serra e di resistere alle più estreme condizioni climatiche future.

Nel progetto è prevista anche la costituzione di alcune CERS (Comunità energetiche rinnovabili e solidali) che, oltre a sviluppare la produzione di energia “verde”, prevedono risvolti sociali importanti a favore della cittadinanza come la riduzione delle bollette energetiche alle fasce sociali più deboli.

Lentate sul Seveso

La Strategia di Transizione Climatica “Un Filo Naturale ha invece come capofila il Comune di Brescia. Come esposto da Graziano Lazzaroni, Dirigente del Settore Verde urbano e territoriale del Comune di Brescia, il progetto è partito con l’individuazione dei principali rischi (ondate di calore, perdita della biodiversità, siccità, inondazioni, eventi estremi), “tradotti” in obiettivi (benessere climatico, potenziamento della biodiversità, gestione risorsa acqua, drenaggio urbano efficace, spazi urbani attrattivi).

Dalla definizione degli obiettivi sono nate 30 azioni operative sintetizzate in tre visioni: la “Città Oasi” finalizzata alla creazione di ombra e fresco per il benessere delle persone e per migliorare il microclima urbano, la “Città Spugna” per restituire spazio-tempo all’acqua e ridare permeabilità per accogliere la vita, la “Città per le persone” per creare spazi belli e vivibili.

Per questi obiettivi sono state avviate azioni come gli interventi di depavimentazione e la realizzazione di rain garden in grado di garantire un maggiore assorbimento delle precipitazioni, o la gestione dei boschi pubblici e privati in modo condiviso e responsabile nelle alture intorno alla città e lo sviluppo di un’app per smartphone che confronta gli impatti delle diverse modalità di spostamento e premia i cittadini che scelgono le soluzioni a minore impatto con crediti trasformabili, ad esempio, in biglietti per il trasporto pubblico, sconti nei teatri e per altre attività.

Infine, il progetto Prato Carbon Neutral guidato dal Comune della località toscana, una città selezionata dalla Commissione europea per partecipare alla missione “100 città intelligenti a impatto climatico zero entro il 2030". Un piano ambizioso, come descritto da Pamela Bracciotti, Dirigente del Servizio Urbanistica, Transizione ecologica e Protezione Civile del Comune di Prato.

L'iniziativa infatti si prefigge di ridurre le emissioni di CO2 cittadine da 915.150 a 759.000 tonnellate tra il 2019 e il 2030. Le principali aree di intervento riguardano i settori dei trasporti (-28,25% di emissioni), dell’edilizia residenziale (-27,28%) e dell’industria (-23,31%). Un ruolo di rilievo riguarda anche la realizzazione di 21 foreste urbane capaci di incrementare l’assorbimento dei gas serra ed efficaci per ridurre le ondate di calore.

Il confronto delle buone pratiche ha coinvolto anche tre interessanti realtà europee attive nella difesa del clima. Ad esporle sono stati Júlia López Ventura, European Regional Director di Citizen Initiatives Drive Climate Action (C40), la rete di città impegnate nella lotta al cambiamento climatico e nella promozione di uno sviluppo urbano sostenibile, e Pelle Lind Bournonville, Special advisor di Realdania, fondazione filantropica danese che investe in progetti di sviluppo urbano e sostenibilità. Tim Caulfield, Director dell’Urban Innovative Actions ha raccontato il progetto OASIS di Parigi per trasformare 10 parchi giochi scolastici pilota in “isole cool” utilizzando soluzioni naturali e tecniche innovative, guidate da un approccio di progettazione partecipata.



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