▾ G11 Media: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | Italian Security Awards | ...

Cnr-Isp & Università Ca' Foscari Venezia: Groenlandia, i ghiacciai montani stanno fondendo

Pubblicato il: 11/12/2024
Autore: Redazione GreenCity
Condotta dal Cnr-Isp, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, le Università di Friburgo e Copenaghen e il Servizio geologico di Danimarca e Groenlandia, la ricerca ha utilizzato dati acquisiti dai satelliti in 35 anni e contribuisce a comprendere l’incidenza del riscaldamento globale sulle variazioni della criosfera.

I ghiacciai montani della costa occidentale della Groenlandia si stanno riducendo in maniera significativa: lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Glaciology, realizzato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, le Università di Friburgo (Svizzera) e Copenaghen (Danimarca) e il Servizio geologico di Danimarca e Groenlandia (GEUS).

La ricerca ha analizzato oltre 4000 ghiacciai della Groenlandia occidentale in un arco temporale di 35 anni (1985-2020), mettendo in luce come la diminuzione dell’area e della massa indichi un rapido declino degli stessi, distribuiti sulle catene montuose costiere.

“Quando si parla di Groenlandia viene abbastanza automatico pensare alla grande calotta glaciale, ma al di fuori di essa esistono migliaia di ghiacciai montani del tutto simili a quelli alpini, oltre a piccole calotte glaciali minori”, spiega Andrea Securo, dottorando in scienze polari dell’Università Ca’ Foscari Venezia e primo autore della ricerca. “Sebbene meno studiati e osservati fino ad ora, si contano oltre ventimila ghiacciai di questo tipo, la cui area complessiva è 70 volte più grande di quella dei ghiacciai alpini, rendendo questa zona una delle principali responsabili dell’innalzamento del livello del mare per fusione glaciale, seconda soltanto all’Alaska”.

Lo studio ha messo a punto dati satellitari forniti dall’Esa Sentinel Hub, misurando le perdite di volume con metodi fotogrammetrici attraverso la sovrapposizione di set di immagini satellitari ravvicinate. “I risultati che abbiamo elaborato mostrano una riduzione di quasi il 15% dell’area complessiva e di circa il 19% del volume di ghiaccio, rispetto alla situazione che si presentava nel 1985”, spiega Renato R. Colucci, ricercatore del Cnr-Isp che ha guidato il team di ricerca. “Un altro dato molto interessante riguarda la linea di equilibrio glaciale (ELA), che indica l’altitudine alla quale si può formare un ghiacciaio: nel periodo esaminato, i dati dei satelliti hanno dimostrato come questa linea si sia alzata mediamente di oltre 150 metri, portando alla scomparsa di 279 ghiacciai. Tuttavia, prendendo in esame la parte più settentrionale dell’area, l’innalzamento dell’ELA è arrivato a superare i 250 metri”.



Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.

Categorie: Ambiente

Tag: Ambiente

Canali Social: